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Ravenna | Bruno Ceccobelli e le icone della collezione classense

Bruno Ceccobelli, L'incanto del rosa,1999, tecnica mista su tela, cm35x25,5Le icone del Museo Nazionale di Ravenna, dal 3 aprile al 30 ottobre 2016, dialogheranno con le opere dell’artista Bruno Ceccobelli in una mostra dal titolo “La forma del dialogo. Bruno Ceccobelli e le icone della collezione classense”.
L’evento espositivo, promosso dal Polo Museale dell’Emilia Romagna, in collaborazione con Il Cigno GG Edizioni di Roma, consentirà di  ammirare il riallestimento della Sala delle Icone e circa 80 tra opere iconiche istallazioni site-specific dell’artista umbro presso il Museo Nazionale di Ravenna e la Basilica di Sant’Apollinare in Classe, in un dialogo ideale fra arte contemporanea e antica.

Nelle due sedi espositive Bruno Ceccobelli ha realizzato delle istallazioni site-specific.
Platò Peco Psico Pato” è il titolo-filastrocca scelto per l’istallazione nella Sala della Sinopia del Museo Nazionale di Ravenna. Si tratta, secondo l’artista, di un’opera “bidimensionale deposta su un piano orizzontale”, raffigurante “un gregge di pecore dormienti, distese a tappeto”, e realizzata attraverso “una sorta di mosaico sperimentale, composto da materiali vari di recupero industriale, secondo la più classica tradizione dadaista”.
Musive in sospensione” è invece l’installazione collocata nella splendida cornice bizantina della Basilica di Sant’Apollinare in Classe – Patrimonio dell’UNESCO dal 1996 – per onorare la magnifica tradizione del mosaico.

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Le Icone di Ceccobelli, come sottolinea Claudio Spadoni, sono “immagini per eccellenza del sacro, di una religiosità, letteralmente di un atto sacrale, che attraversa le categorie temporali nella sua flagrante inattualità”. L’artista vi ritrova “la serenità e la concentrazione precluse inevitabilmente alla vita quotidiana del nostro tempo. Ed è sempre nella materia, anche la più dimessa e usuale, che l’artista attiva, come per trasmutazione alchemica, il processo di investitura simbolica che ora lo porta a dialogare con la complessità architettonica e iconologica di un tempio della religiosità come Sant’Apollinare in Classe”.

La Collezione delle icone del Museo Nazionale di Ravenna è formata da quasi duecento dipinti su tavola, provenienti con rare eccezioni dalla raccolta dei padri camaldolesi di Classe costituitasi nel Settecento. Tra i dipinti della collezione sono presenti molte icone databili tra il tardo Trecento e il Settecento: alcune provengono direttamente dal mondo slavo, altre traducono in un nuovo stile iconografie di stretta osservanza ortodossa, mentre la maggior parte è legata alla scuola sorta nell’isola di Creta, dal 1204 dominata da Venezia. Gli scambi con la città lagunare portarono i maestri cretesi a cercare nuovi incentivi e nuovi modi espressivi.
Il nuovo allestimento, curato da Rosa D’Amico, permette al pubblico di ammirare alcune icone sinora conservate nei depositi.

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