La città di Chieti si appresta a vivere, a partire dal 26 gennaio 2011, due eventi di respiro internazionale: l’inaugurazione della nuova sala permanente del Guerriero di Capestrano, realizzata da Mimmo Paladino nel Museo Nazionale Archeologico Nazionale di Villa Frigerj, e la mostra di sculture “Mimmo Paladino e il nuovo Guerriero. La scultura come cosmogonia”, allestita presso il nuovo Centro espositivo della Fondazione Carichieti a Palazzo De Mayo.
I due eventi sono il risultato di un costruttivo dialogo fra pubblico e privato, fra la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo e la Fondazione Carichieti.
Il Guerriero di Capestrano, capolavoro archeologico di assoluta rilevanza e simbolo dell’Abruzzo, avrà, dunque, una nuova “casa”, una sala sospesa in una dimensione senza tempo, nell’osmotica continuità fra passato e presente. Come ha dichiarato lo stesso Paladino: “Ho voluto quasi depurare il Guerriero dal significato che lo determina storicamente e che lo data. Chi lo guarda ne deve trarre suggestioni che vanno al di là della sua collocazione cronologica. Secondo me l’opera d’arte deve educare il gusto al guardare. In tal senso condivido quel che diceva Berenson: Bisogna agevolare la formazione del gusto, che si sviluppa naturalmente, come i muscoli e il cervello, attraverso l’esercizio e l’esperienza. E così ho tentato di aggiungere un altro valore al valore stesso dell’opera, per darle modo di esprimere tutte le sue qualità. Un po’ come se avessi fatto un pezzo di teatro”.
La realizzazione della nuova sala del Guerriero si inserisce in una più ampia opera di riallestimento delle esposizioni archeologiche del Museo.
Mimmo Paladino si è ispirato in modi originali al Guerriero di Capestrano anche per la sua nuova opera “Guerriero” (terracotta, h. m. 2,56), esposta in anteprima assoluta a Palazzo De Mayo e nucleo centrale dell’esposizione curata da Gabriele Simongini.
Il percorso espositivo della mostra riunisce anche varie opere a tema bellico e nel suo complesso potrebbe rivelarsi quasi come un “corredo” del nuovo guerriero, così come accadeva nell’antichità. Un “corredo” reinventato, immaginario. Si va dall’opera monumentale “Carro” ad una sala popolata da settantacinque piccole sculture in bronzo, dall’ “Elmo” al “Cavallo”, in una sorta di epico omaggio alla storia dell’uomo anche attraverso l’attività di conquista e difesa dei territori che da sempre ha caratterizzato la primaria politica sociale delle civiltà. Fra le opere più significative spicca quella (Senza titolo, 2004, terracotta, impasto di colore su legno, ottone) realizzata a quattro mani con l’artista abruzzese Ettore Spalletti.
La mostra a Palazzo De Mayo resterà aperta al pubblico fino al 30 aprile 2011.
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