Tre saggi magistrali del Premio Nobel Imre Kertész, tre occasioni per riflettere sul significato dell’Olocausto e della cultura che lo ha reso possibile.
Lungi dal considerare l’Olocausto come un’eccezione deviante rispetto al cammino della cultura occidentale, Kertész espone in questi tre saggi la concezione che vede in esso piuttosto il logico esito, la punta estrema della progressiva decadenza dell’Occidente, che giunge a nullificare il valore della persona umana, fino a procedere con rigore scientifico alla sua eliminazione fisica.
Kertész, che ha vissuto la tragedia dei campi di concentramento sulla propria pelle, individua con grande lucidità le difficoltà di esprimere la verità dell’Olocausto, di qualcosa che sfugge alla stessa “normalità” storica, con il linguaggio usuale.
Un volume imprescindibile per avventurarsi nei significati profondi del più grande crimine della civiltà occidentale e della più grande disfatta del suo spirito.
Imre Kertész, Premio Nobel per la letteratura 2002, nato nel 1929 a Budapest, fu deportato nel 1944 ad Auschwitz e liberato a Buchenwald nel 1945. Tornato in Ungheria nel 1948, lavorò come giornalista in un quotidiano di Budapest fino al ’51, quando il giornale, diventato organo del partito comunista, lo licenziò. Dopo due anni di servizio militare, per mantenersi, iniziò a scrivere i suoi romanzi.
È stato autore di pezzi teatrali e traduttore di Freud, Nietzsche, Canetti, Wittgenstein e altri. Essere senza destino, il suo primo romanzo (Premio Flaiano, 2002), è un lavoro basato sulla sua esperienza ad Auschwitz e a Buchenwald. Tra gli altri suoi romanzi Fiasko, dell’88, considerato il secondo volume di una trilogia che inizia con Essere senza destino e prosegue con Kaddish per un bambino non nato (1990). Nel 2004 Bompiani ha pubblicato Il vessillo inglese.
In libreria dal 21 febbraio 2007
Scheda libro
Autore: Imre Kertész
Titolo: Il secolo infelice
Editore: Bompiani
Collana: Saggi
Anno pubblicazione: 2007
Prezzo: € 18,00
Pagine: 266