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San Marco Argentano, una città speciale

La Torre Normanna di San Marco ArgentanoNell’estate del 1986, tornati da un viaggio nella città calabrese di San Marco Argentano in provincia di Cosenza, in occasione dell’Agosto Sammarchese (evento di arte cultura, folclore e tradizioni), Jean Troublet et Pierre Racine, rispettivamente vice sindaco e consigliere della città di Argentan in Normandia (Francia), si espressero in maniera entusiasmante nel resoconto fatto alla loro municipalità. La loro impressione era che un gemellaggio tra le due città poteva essere fatto.
Chi redasse l’articolo (apparso sul quotidiano Ouest France il 22 agosto 1986) sul racconto del loro soggiorno titolò “Une petite ville pas comme les autres”. Al servizio fu dato grande rilievo: era in primo piano sulla pagina di Argentan, occupava cinque colonne su sette ed era corroborato da immagini.

La città visitata era una città speciale, potevano ben dirlo per vari motivi (ospitalità, storia, cultura, tradizioni, paesaggio, agricoltura, industria artigianale ecc.), ma soprattutto perché dalla municipalità erano stati ricevuti “royalement”, come essi riferirono.

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Tra le municipalità di Argentan e di San Marco Argentano e tra scuole delle due città furono intessuti legami con scambi di visite principalmente durante la Foire de la Quasimodo a Argentan e l’Agosto Sammarchese a San Marco Argentano.
Tutto era nato da un mio studio. Infatti, da una casuale scoperta della cittadina francese sita in Normandia, nella zona del Calvados, stimolato dalla somiglianza fonica  nei nomi delle due città e sulla base di affinità normanne franco-calabresi, ero pervenuto ad interessanti analogie e parallelismi tra la francese Argentan e l’italiana San Marco Argentano.

Ecco quanto scrivevo su Avvenire del 18 aprile 1985:

«La région argentanaise fut occupée par l’homme dès les temps préhistoriques de la pierre polie, de nombreux monuments mégalitiques en font foi» (Louis Barbay, Histoire d’Argentan, Lejeune ed., Argentan, 1922, p. 6).
La Sibaritide – diciamo noi – e quindi la zona intorno a San Marco Argentano che della Sibaritide fa parte, fu abitata dall’uomo fin dai tempi del neolitico; numerosi ritrovamenti lo attestano (cfr. Mario Candido, Valle Crati prima e dopo la colonizzazione greca. Studio del Comprensorio, Venezia 1967).
Come si può notare, quanto abbiamo detto di San Marco Argentano sembra far eco a quanto è stato scritto su Argentan. Si tratta indubbiamente di due cittadine che hanno origini molto antiche.
1. Argiros, 2. Argentomom (sic) castrum, 3. Argentarie, 4. Ara Gentes, 5. Arx Gentis, 6. Arx Gentana, 7. Arx gentina, 8. Argenotmagum, 9. Argenta-na sono i differenti nomi da cui gli storici fanno derivare Argentan (cfr. Louis Barbay, op. cit.).
1. Argyron, 2. Argiro, 3. Argentanum castrum sono i nomi che secondo gli storici locali ebbe San Marco Argentano nell’antichità (cfr. Salvatore Cristofaro, Crono-Istoria di San Marco Argentano), e, come si può notare, sono corrispondenti anche se con qualche lieve variante ad alcuni dei precedenti numeri riguardanti Argentan.
In verità è da ritenere che sia la cittadina francese di Argentan che San Marco Argentano abbiano la loro comune origine in un Argentanum, che vuol dire ‘podere che appartiene ad Argento’, ‘ possedimento di Argento’, cioè possedimento della Gens Argentana, per il preciso valore di suffisso di appartenenza, o di suffisso prediale che ha –anum, (cfr. Gerhard Rolfs, Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, sintassi e formazione delle parole, Einaudi, Torino 1969, pp. 410-411).
Argento è un cognome ancora esistente a San Marco Argentano e in qualche altro comune vicino e in altre parti d’Italia.
È da supporre allora che siano stati membri di una stessa gens romana, appunto la Gens Argentana, cioè degli Argento, che probabilmente appartenevano alla classe dei cavalieri, detta anche classe equestre, ad aver avuto, in epoca romana, il possesso e/o il comando, in Francia del territorio di Argentan e in Italia di quello di Argentano.
Ma ciò che accomuna le due cittadine in questione non è solo il nome. A questo vi è da aggiungere che ciascuna possiede una torre, che gli storici dell’una e dell’altra fanno risalire ad un’antica fortezza di epoca romana. Si tratta di due torri (la Tour Marguerite ad Argentan e la Torre Normanna a San Marco Argentano) molto simili che certamente subirono rifacimenti in epoca normanna (cfr. Louis Barbay, op. cit., p. 14, e Giuseppe Guaglianone, Il Feudalesimo e San Marco Argentano. Storia di un Feudo, ed. Glaux, Napoli 1976). Esse ci riportano quindi al periodo normanno sia di Argentan che di Argentano, oggi detta San Marco Argentano (la delibera del Consiglio Comunale, con cui si dà questa rinominazione è del 1862). Pertanto si può dire che le due cittadine vissero l’XI secolo all’ombra della ‘stessa torre’. Insomma, nel periodo gallo romano si parlava latino sia ad Agentanum di Normandia che ad Argentanum di Calabria, così come nel periodo normanno la lingua dei normanni, già francesizzati, era comune all’una e all’altra città.
La storia ci dice che quella parte del territorio francese, oggi chiamato Normandia, nel 912 fu dato da Carlo il Semplice a Rollone. Ora fu proprio Rollone che dette Argentan a Onfroy, signore danese. La cittadina appartenne poi a Guglielmo il Conquistatore (Guillaume le Conquérant) e poi Roberto, duca di Normandia, che se ne impadronì nel 1094.
Ma avvenimenti simili si verificavano a San Marco Argentano e in Calabria nel secolo XI. Infatti nel 1048 dalla Normandia arriva nella San Marco bizantina Roberto il Guiscardo, uno dei nove figli di Tancredi d’Altavilla del castello del Cotentin. Già nel 1037 un altro normanno, Drengot, aveva ricevuto, per i servigi prestati al duca di Napoli, la contea di Aversa.
San Marco Argentano fu insieme con Mileto, uno dei due capisaldi fondati dai conquistatori normanni in Calabria (cfr. Vera von Falkenhausen, I Bizantini in Italia, in I Bizantini in Italia, Scheiwiller, Milano 1982). A San Marco Argentano Roberto il Guiscardo organizzerà le sue scorrerie nella Calabria citeriore. Il 31 marzo del 1065 egli è presente alla dedicazione della chiesa dell’Abbazia della Matina alla Vergine Maria (cfr. A. Pratesi, Carte latine di Abbazie calabresi pervenute dall’Archivio Aldobrandini, Studi e testi, 197, Citta del Vaticano 1958).
Al periodo normanno pare risalga, la Cripta a più volte situata sotto la Cattedrale di San Marco Argentano (anch’essa di epoca normanna), la quale chiesa è dedicata a San Nicola di Mira, come la Chapelle Saint Nicolas del Château d’Argentan che è del XIV secolo.
Certo molte cose che abbiamo detto hanno bisogno d’approfondimento, ma resta il fatto che epoca romana ed epoca normanna accomunano queste due cittadine”.

Se quanto detto può costituire un motivo per le due cittadine a rinsaldare i loro rapporti, vuole, per intanto, suggerire una visita in questi luoghi per sentirsi più europei e più cittadini del mondo. Dimenticavo, si può far entrare nel viaggio la visita all’Abbazia Cistercense di Casamari in provincia di Frosinone e all’Abbazia Cistercense di Chantilly poco lontana da Parigi. Quando entrerete nell’aula capitolare di queste vi sembrerà di trovarvi in quella dell’Abbazia Cistercense della Matina. Che splendida architettura modulare quella dei monaci cistercensi!

Dimenticavo una precisazione, il locale seminterrato dell’odierna porta di entrata dell’Abbazia della Matina, oggi casa Valentoni, dal popolo ritenuto l’uscita di un leggendario camminamento Torre Normanna – Abbazia della Matina, pare sia il locale del mulino. È proprio quell’architettura modulare che ce lo suggerisce.

Rinaldo Longo

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