Dobbiamo proprio confessarlo: pur consapevoli dei meriti indiscutibili che Ermanno Olmi ha saputo acquisire in passato (L’albero degli zoccoli rimane un’opera fondamentale per il cinema italiano, e uno dei pochissimi titoli da salvare della seconda metà degli anni Settanta), ci riesce piuttosto difficile condividere gli entusiasmi che la sua ultima pellicola ha suscitato tra gli spettatori e i critici, e unirci ai cori laudativi che, quasi unanimi, si sono levati da ogni dove. A nostro giudizio, Centochiodi torna a riproporre, amplificandole, le pecche che hanno sempre gravato sulle opere meno ispirate del regista lombardo: rappresentazione stucchevole del lieto candore dei poveri di spirito; difficoltà a sostenere lo sviluppo del racconto attraverso una cifra e una tensione narrativa convincenti; ricorso a uno stile recitativo sciatto e disarmante sin nella scelta di certi timbri vocali che mirano a un assai discutibile pargoleggiare.
In aggiunta a tutto ciò, in questa occasione si avverte qualcosa di irrisolto, di confuso. L’impianto metaforico del film, forse troppo ambizioso e macchinoso, non sembra essere stato padroneggiato a dovere dall’autore, sicché la riflessione morale “alta”, ancorché “scandalosa”, che quest’ultimo intendeva affidare alle proprie immagini, rischia di essere fraintesa o in tutto o in parte.
Olmi ha un bello sgolarsi in dichiarazioni e interviste che va rilasciando nel tentativo di sgomberare il campo da possibili equivoci e malintesi ed errate interpretazioni: di fatto, il suo film continua a essere letto da tanti spettatori per quello che non è: come una dissacrazione – sconsiderata, regressiva, reazionaria – della cultura (e della religione) del libro; quando esso nasce invece da tutt’altri intendimenti. Il proposito dell’autore è infatti quello di denunciare l’ottusa idolatria di quella vuota dottrina che, spacciata come incarnazione della verità assoluta e indiscutibile, si nega all’amore e all’ascolto dell’altro. Il ripudio del sapere che sembra emergere dall’apologo di Olmi non è null’altro, se ben ci si riflette, che il rifiuto della presunta sacralità di quel libro, sia esso il Mein Kampf o Il Capitale, sin troppe volte agitato da turbe di fanatici tumultuanti per giustificare agli occhi del mondo obbrobri e nefandezze inenarrabili.
Nicola Rossello
Scheda film
Titolo: Centochiodi
Regia: Ermanno Olmi
Cast: Raz Degan, Luna Bendandi, Amina Syed, Michele Zattara, Damiano Scaini, Franco Andreani
Durata: 92 minuti
Genere: Drammatico
Distribuzione: MIKADO
Data di uscita in Italia: Marzo 2007