Sono mille, sono tanti. Uomini lattine, uomini rottami, ammassi di rifiuti compressi della società; sono i Trash People di Ha Schult, in giro per il mondo e dal 21 al 29 marzo, per la prima volta, presentati a Roma nell’imponente Piazza del Popolo.
Curiosità o attrazione, l’esposizione è stata un successo. Roma, poi, ha offerto uno scenario dai forti contrasti: dall’antico dei palazzi, delle chiese e della piazza all’esercito trash, disposto in file geometriche attorno all’obelisco.
La comunità virtuale ha incontrato così la città reale, sollecitando un dialogo sull’essenza dell’uomo ben oltre il consumismo e sulle urgenze ambientali del nostro tempo.
Alti quasi un metro e ottanta, i trash people sono figure umane dal forte impatto visivo, sculture realizzate con i rifiuti della nostra quotidianità, dei nostri consumi, che lanciano un messaggio chiaro e immediato, con il quale l’autore vuole ricordarci come irrimediabilmente, in una società opulenta, l’uomo tende sempre più ad identificarsi con ciò che consuma.
Fantastici i giochi di luce e di fumi che, durante la notte del 24 marzo, si sono alzati sulle sculture: un modo originale e creativo per celebrare il 50° anniversario della firma dei trattati di Roma.
Dal Cremlino alle Piramidi, da Parigi a Bruxelles e alla Muraglia cinese, le opere di Ha Schult hanno sempre lasciato il segno.
Dopo Roma faranno tappa a New York e poi in Antartide. Un messaggio globale che attraverso cinque continenti consacra definitivamente Ha Schult tra gli artisti più provocatori e sensibili del nostro tempo.
Diego Pirozzolo
Foto di Diego Pirozzolo