HomeIn primo pianoI profumi di Afrodite e i segreti dell'olio

I profumi di Afrodite e i segreti dell’olio

I profumi di Afrodite e i segreti dell’olioLe sale di Palazzo Caffarelli  ai Musei Capitolini di Roma ospitano dal 14 marzo fino al 2 settembre 2007 la mostra “I profumi di Afrodite e il segreto dell’olio. Scoperte archeologiche a Cipro”.
Promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma e dal CNR, l’esposizione è protesa all’affascinante scoperta della più antica fabbrica di profumi.

- Advertisement -

La mostra nasce dalle recenti indagini svolte dalla Missione Archeologica Italiana del Consiglio Nazionale delle Ricerche nel sito di Pyrgos, nella zona sud-occidentale dell’isola di Cipro. Lo scavo ha riportato alla luce un vasto impianto industriale risalente al II millennio a.C., incentrato sulla produzione dell’olio di oliva.

Parlare dell’uso dell’olio d’oliva nella preistoria mediterranea vuol dire parlare di Cipro e di Pyrgos, poichè il sito è attualmente l’unico che possa mostrare il molteplice utilizzo dell’olio d’oliva nelle diverse attività industriali, tre delle quali, la fabbricazione dei profumi, la produzione delle stoffe e la metallurgia, costituivano le principali attività su cui si fondava l’economia del II millennio a.C.

L’isola di Cipro, come luogo consacrato ad Afrodite, fu nell’antichità eletta a simbolo della bellezza e dell’amore e quindi di tutti gli artifici che contribuivano a rendere bella una donna; non è un caso che il cosmetico più noto ed antico in Europa, la cipria, porti il nome del luogo dove è stata trovata una fabbrica di profumi che risale a 4.000 anni fa. La  fama dell’isola rimase inalterata nei secoli fino agli inizi del 1900, quando il grande profumiere Francois Coty presentò al mondo  uno dei profumi più famosi del secolo scorso “Chypre de Coty”. Insieme a Chypre il profumiere Coty creò altri profumi e ne definì nomi e caratteristiche di dieci famiglie, alle quali appartengono tutti i profumi del mondo. Chypre è l’unica famiglia a cui Coty ha dato un nome corrispondente ad un luogo geografico.

La mostra presenta oltre cento reperti archeologici provenienti dallo scavo e dal vicino museo di Limassol.
L’eccezionalità della scoperta consiste nel rinvenimento di un’area archeologica intatta: la zona Apparato distillatorio - Scavo di Pyrgos: inizio II millennio a.C. (Museo del Distretto di Limassol)dovette essere abbandonata nel 1850 a.C. a seguito di un violento terremoto ed al divampare di un incendio alimentato dall’ingente quantità di olio fuoriuscito dalle giare.
Le strutture, i vasi e le suppellettili perfettamente conservati hanno permesso di ricostruire i metodi utilizzati per estrarre le sostanze aromatiche e le diverse fasi della produzione dei profumi. Tra il vasto repertorio vascolare esposto ci sono vasi di pregevole fattura: l’anfora con due idoli al posto delle anse, la brocca detta “dei serpenti”, un rarissimo mortaio composto da più di 18 coppelle  multiple, una serie di boccette  portaprofumo in alabastro, l’apparato distillatorio, composto da quattro grandi vasi in terracotta, che costituisce il primo esempio di alambicco nella storia trovato in situ ed anticipa di oltre 2600 anni la conoscenza delle pratiche distillatorie, ritenute un’invenzione araba del VII sec. d.C.

Quando, nel 2003, fu scoperta la piccola fabbrica dei profumi di Pyrgos, la disposizione dei vasi e delle suppellettili e le analisi archeometriche sui residui organici dei vasi dimostrarono in modo inquietante  che al momento del terremoto si stavano producendo 14 diverse essenze profumate tra le quali coriandolo, bergamotto, alloro, mirto, lavanda e rosmarino. Infatti, le 14 fosse per la macerazione degli aromi in olio d’oliva ospitavano ancora le brocche per l’estrazione del profumo.

Negli spazi espositivi della mostra viene evocata la rigogliosa vegetazione presente a Cipro ed il visitatore può annusare le fragranze di quattro profumi preistorici ricreati dal Centro di Archeologia Sperimentale “Antiquitates” di Blera. Le essenze sono state individuate grazie alle analisi di laboratorio eseguite sulle campionature della terra all’interno delle fosse e sui residui presenti nei reperti ceramici. Inoltre, sono stati individuati, con un certo margine di sicurezza, tre metodi per estrarre le sostanze aromatiche: la bollitura delle cortecce, la distillazione e la macerazione a caldo in acqua ed olio d’oliva.

Concludono la mostra alcuni oggetti moderni utilizzati ancora oggi a Cipro per la produzione di essenze destinate ad uso domestico e liturgico: alambicchi per l’estrazione dei profumi di limone, arancio amaro e rosa.

Concetta Tiano

MOSTRE

La Sapienza Università di Roma - Foto di Diego Pirozzolo
Fondazione Roma Sapienza, “Arte in luce” X edizione

LIBRI