A poco più di tre anni e mezzo dalla sua nascita, la Casa Editrice Codice Edizioni di Torino è sul mercato librario con un catalogo di ben 71 titoli. Una media di quasi due libri al mese pubblicati. Cosa sorprendente se si pensa che il suo campo d’azione è quello della riflessione saggistica, del dibattito sulla contemporaneità e della divulgazione scientifica. Si tratta di uno sforzo veramente grande al fine di proporre non solo temi importanti, attraverso grandi testimoni o attraverso nuove, inaspettate proposte di autori, ma anche “libri essenziali, e per questo il più possibile duraturi”.
Dunque un orientamento deciso verso la diffusione della scienza, veicolando “i linguaggi specialistici verso gradi di comprensibilità ampi senza abbassare il livello scientifico dei contenuti. Naturalmente rientrano in questi programmi l’ambito delle scienze sociali e quello della critica.
Se diamo uno squardo ai titoli e ai contenuti dei saggi pubblicati fino ad oggi, ci rendiamo conto che ci troviamo di fronte ad una divulgazione scientifica non fine a se stessa, ma mezzo di diffusione della cultura. Ne sottolineamo alcuni, scegliendo fra quelli più vicini ai nostri interessi:
Peter Woit, Neanche sbagliata (trad. di A. Migliori e F. Lonegro), saggio sul fallimento della teoria delle stringhe, o “teoria del tutto”, che pretendeva di unificare le leggi della fisica, ma che si è dimostrata incapace di dimostrare anche uno solo dei suoi enunciati(*);
Edward O. Wilson, Il futuro della vita (trad. di Simonetta Frediani), che mira a ripensare in modo nuovo, sotto l’aspetto cognitivo, emotivo, estetico e morale, la relazione tra uomo e ambiente per salvare le forme viventi e gli ecosistemi;
Paolo Vineis, Equivoci bioetici, un’introduzione ai temi della bioetica;
Mark C. Taylor, Il momento della complessità (trad. di Benedetta Antonielli d’Oulx), che vuole aiutarci a capire quella che appunto è diventata la costante culturale che caratterizza il nostro tempo;
Steven Rose, Il cervello del ventunesimo secolo (trad. di Elisa Faravelli), che ci dice in particolare come le nostre menti siano potenzialmente manipolabili e ci parla dell’importanza di un equilibrio costante tra progresso scientifico e libertà dell’individuo;
Peter J. Richerson e Robert Boyd, Non di soli geni (trad. di Simonetta Frediani), saggio che ribadisce la capacità di Homo sapiens di creare un sistema culturale articolato, elemento essenziale indipendente e complementare della biologia;
Massimo Piattelli Palmarini, Psicologia ed economia delle scelte (trad. di Federica Niola), che è una riflessione, che parte dall’analisi soggettiva delle probabilità, sulla connessione tra neurologia e scienza della decisione e delinea le prospettive della neuroeconomia;
Domenico Parisi, Una nuova mente, sul superamento degli steccati che separano le diverse discipline che studiano l’uomo e la natura;
Helga Nowotny, Curiosità insaziabile (trad. di Cristina Vezzaro), su carica innovatrice della ricerca, meccanismi di controllo e conservazione e progresso;
Steven Mithen, Il canto degli antenati (trad. di E. Faravelli e C. Minozzi), sulle origini della musica, della mente e del corpo;
Gari Marcus, La nascita della mente (trad. di Luca Tancredi Barone), che ci aggiorna sulle relazioni tra geni e cervello(**) e spiega come un piccolo numero di geni crea la complessità del pensiero umano, pur stabilendo essi stessi solo le condizioni minime di possibilità per la nostra unicità in natura e per la nostra libertà di azione e di apprendimento;
Robert Laughlin,Un universo diverso, sull’importanza di reinventare la fisica da cima a fondo;
Eric R. Kandel, Alla ricerca della memoria, su come il consolidarsi della memoria produca modificazioni fisiologiche nel nostro cervello, sviluppando nuove connessioni sinaptiche;
Nicholas Humphrey, Rosso ( trad. di Eva Filorano), che è uno studio sulla coscienza e sul ruolo svolto dalle sensazioni nella costruzione della percezione tutta umana del Sé;
Thomas P. Hughes, Il mondo a misura d’uomo (trad. di Luca Tancredi Barone), che spinge verso un pensiero eco-tecnologico critico, alleato e non nemico dell’ambiente;
Jonathan Haidt, Felicità: un’ipotesi (trad. di Paola Bonini), sull’importanza per l’uomo di dare un senso almeno alla propria esistenza individuale e al suo ruolo nella società;
Neil Gershenfeld, Fab (trad. di I Manzoni e J. Romoli), sull’innovazione tecnologica che dal personal computer va verso il personal fabricator che ci permette di creare su misura ciò di cui si ha bisogno o che semplicemente si desidera avere;
Paul Ehrlich, Le nature umane (trad. di Carolina Sargian), dove si mettono in discussione alcune teorie del determinismo genetico, mostrando come i fattori biologici non siano un destino ineluttabile, ma uno dei molteplici elementi che ne influenzano lo sviluppo e la crescita;
Georges Charpak e Roland Omnès, Siate saggi, diventate profeti (trad. di Federica Niola), che propone la scienza come saggezza del futuro in uno spirito che unisce scienza, religione, educazione e politica;
Gianfranco Biondi e Olga Rickards, Il codice darwin, dove, in base ad una lettura attenta dei dati genetici, si sostiene che i nostri parenti più prossimi, scimpanzè e gorilla, potrebbero appartenere addirittura al nostro stesso genere Homo;
Alain Berthoz, La scienza della decisione (trad. di Federica Niola), dove il nostro cervello viene interpretato come stratega che elabora dati complessi per trarne conclusioni semplici;
Enrico Bellone, L’origine delle teorie, dove origine e trasformazione delle teorie sono come fenomeni di tipo biologico e quindi come forme di adattamento degli organismi all’ambiente mutevole che li ospita;
Enrico Bellone, La scienza negata, che parla di un pregiudizio radicato in diverse epoche e società: la negazione della scienza come paura del sovvertimento di un ordine, come rifiuto dell’inedito;
Chris Anderson, La coda lunga, che vuole dimostrare come tramite Internet vengono sovvertite le leggi che regolano il tradizionale meccanismo distributivo e viene spezzato il legame che vincolava il successo alla visitabilità. Per Anderson, applicando la teoria della coda lunga, il mercato potenziale può raddoppiare. La coda lunga rende di più.
Da questi testi e da quelli che non abbiamo citato per questione di spazio si nota chiaramente e abbondantemente l’impegno della Casa Editrice Codice Edizioni nel raccontare la scienza, anzi direi la scienza e la filosofia. Alcuni autori sono premi Nobel: Kandel, Soyinka, Charpak. Si tratta di un ottimo contributo stimolante alla ricerca scientifica e alla riflessione filosofica.
Ora noi non solo crediamo nella scienza, ma siamo convinti che la fede nel principio del rispetto dell’uomo ci tenga lontano da ogni tipo di superstizione, di presunzione stolta e di pregiudizio. Per questo non se la prendano a male i responsabili di Codice Edizioni se ci auguriamo di poter vedere presto nel loro catalogo una loro edizione di quella bella sintesi di alto valore scientifico su una questione certamente di grande attualità, che è La Science détruit-elle la Religion? di Paul Chauchard.
Il libro, che vuole dimostrare che tra scienza e fede vi può essere un vicendevole aiuto proprio quando ognuna si mantiene nel suo campo, apparso presso A. Fayard a Parigi nel 1958, è stato pubblicato in Italia quasi mezzo secolo fa, dalle Edizioni Paoline nel 1963, nella traduzione di Enzo Loreti, ed ebbe grande successo. Oggi ha tutti i numeri per essere riproposto, anche in ossequio ad un punto di incontro tra scienziati e umanisti, cosa d’altronde auspicata anche da John Brockman in La terza cultura (Garzanti,1995), autore presente nel catalogo di Codice Edizioni con il suo Menti curiose.
Coraggio! Codice Edizioni è nel giusto: la scienza è cultura e ha bisogno di storie, quindi di essere raccontata.
Rinaldo Longo
*: Sappiamo comunque che il primo esperimento che testerà la bontà della teoria delle stringhe sarà effettuato con il Large Hadron Collider, l’acceleratore di particelle del CERN di Ginevra che entrerà in funzione alla fine di quest’anno (si legga Stefano Pisani, Stringhe alla prova dei fatti, in “Le Scienze”, n. 463, marzo 2007, pp. 24-25).
**: Si legga a tal riguardo anche Edoardo Boncinelli, I geni della mente e del cervello, in “Le Scienze”, n. 463, marzo 2007, pp. 21).