Resterà aperta a Genova, al Museo del Risorgimento – Istituto Mazziniano, fino al 20 giugno 2007 la mostra storica dedicata ai fazzoletti risorgimentali.
L’iniziativa, che si inserisce nell’ambito delle celebrazioni del bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi (1807-2007), offre l’occasione di ammirare la preziosa e rara raccolta di fazzoletti patriottici acquistati da privati ed antiquari dal Comune di Genova negli anni tra la formazione del Museo del Risorgimento (1915) e dell’Istituto Mazziniano (1934).
Il primo gruppo di questi cimeli celebra Pio IX, Carlo Alberto e i Principi riformatori.
Questi fazzoletti erano diffusi particolarmente a Genova, dove, secondo le cronache d’epoca, si sventolavano e si esponevano alle finestre durante le numerose dimostrazioni per le riforme. In particolare la sera del 9 novembre 1847 si festeggiò la firma della Lega doganale tra il Regno di Sardegna, lo Stato Pontificio e il Granducato di Toscana. Numerosi giovani, tra cui Bixio e Mameli, si recarono davanti all’albergo de la Ville, dove dimorava il Nunzio apostolico papale presso il re Carlo Alberto.
Altri fazzoletti furono preparati per la visita di Carlo Alberto a Genova dal 4 al 10 novembre 1847. Alla sua partenza da Torino era stato cantato per la prima volta l’Inno a Carlo Alberto composto da Giuseppe Bertoldi, che fu riprodotto su seta e sventolato all’arrivo del re. Un mese dopo, nella famosa processione in Oregina nel 101° anniversario della cacciata degli Austriaci da Genova, 30.000 patrioti provenienti da ogni parte d’Italia si ritrovarono con i loro vessilli e insieme manifestarono per l’unità nazionale.
Una seconda serie di fazzoletti riguarda l’alleanza tra il Piemonte e la Francia durante la II guerra di Indipendenza (1859). Si esaltano i protagonisti, difensori dell’unità italiana, da Vittorio Emanuele II a Napoleone III, a Garibaldi, riproducendo la loro effigie su drappi di seta.
Completano la raccolta e l’esposizione altri esemplari, non solo italiani, elaborati per particolari occasioni e altri che, pur avendo la stessa finalità celebrativa, per il particolare tessuto e la loro fine esecuzione, erano destinati a far mostra di sé nei salotti genovesi.