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Grindhouse – A prova di morte

Locandina film Grindhouse – A prova di morteL’ultima fatica di Quentin Tarantino è cinema postmoderno allo stato puro. Il regista – lo si intuisce facilmente – si deve essere divertito un mondo a smontare e rimontare i codici del B-movie degli anni Sessanta e Settanta, applicandosi agli stereotipi narrativi e iconografici di una tradizione gloriosa, quella dei film di exploitation prodotti soprattutto dalla New World di Roger Corman: pellicole realizzate con quattro soldi, che esibivano tutto un campionario goloso di ragazze procaci e disinibite, inguainate in abiti succinti e attillatissimi, nonché una fauna di giovani “selvaggi” e degenerati e assassini seriali, spesso al volante di automobili sportive o in sella a motociclette di grossa cilindrata. Non potevano neppure mancare, in Grindhouse, sconsiderati richiami e omaggi retrospettivi a certo cinema italiano di serie Z, citato in particolare attraverso la variegata (e un po’ deludente) colonna musicale che accompagna le immagini del film.

Nel complesso il “gioco” di Tarantino si presenta alquanto pretestuoso: la sua riflessione sull’immaginario cinematografico rivela una certa condiscendenza e sembra esaurirsi in un anemico esercizio di stile.

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Il film, tuttavia, sopravvive ai suoi difetti. L’ironia spavalda e irridente dei dialoghi è ancora quella – inconfondibile – che era possibile apprezzare nelle precedenti pellicole dell’autore. Né è qui venuta meno l’indubbia maestria nel dirigere gli attori (in Grindhouse quasi tutti sconosciuti, ma tutti bravissimi).
  
Per il resto, Tarantino maneggia il racconto – un racconto sin troppo esile, a dire il vero, dove la logica lascia spazio a una poetica dell’eccitazione febbrile – tingendolo di gustosi deliri e paradossi pseudofemministi (Grindhouse è una storia coniugata sostanzialmente al femminile: i maschietti, nel film, quando non sono degli psicopatici impotenti e feroci, a cui le donne vendicatrici sapranno infliggere il giusto castigo, si rivelano delle figure evanescenti). Tarantino non rinuncia, insomma, ad alimentare la complicità con il proprio pubblico di devoti e sodali e cinefili impenitenti, riproponendo loro, una volta di più, quel clima ingegnosamente accattivante e fervoroso, quella tensione astratta e astutamente spasmodica che è sempre stata la sua cifra distintiva.
  
I fan sono andati puntualmente in solluchero. Sicché a noi non resta, forse, che fare buon viso a cattivo gioco, e accogliere con viso lieto le mirabolanti acrobazie della parte finale del racconto, mascherando alla meglio perplessità e sconcerto, e rinunciando soprattutto a tessere il compianto del Tarantino dei tempi che furono, l’autore di indiscutibile talento di Le iene, Pulp Fiction e Jackie Brown.

Nicola Rossello

Scheda film

Titolo: Grindhouse – Death Proof
Regia: Quentin Tarantino
Cast: Kurt Russell, Rosario Dawson, Vanessa Ferlito, Jordan Ladd, Rose McGowan, Marcy Harriell, Sydney Tamiia Poitier, Tracie Thoms
Durata: 115 minuti
Genere: Azione, Thriller
Distribuzione: Medusa
Data di uscita in Italia: 01 Giugno 2007

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