L’erranza, il nomadismo, l’incontro con culture e paesi incogniti, l’attraversamento di spazi meticci, abitati da lingue diverse, la scoperta di paesaggi barbarici, capaci, nella loro forza selvaggia e primigenia, di liberare energie ed emozioni sconosciute: sono questi i temi che ossessionano da sempre il cinema di Tony Gatlif.
Nei suoi film, il regista franco-algerino ha mostrato di prediligere gli itinerari iniziatici, i percorsi di conoscenza (dell’altro e di se stessi): tragitti fisici e interiori attraverso cui l’eroe, rinnegate le sterili sicurezze della modernità occidentale e borghese, arriva a farsi accogliere entro una comunità assai differente da quella da cui proviene, ma che egli percepisce più autentica, solidale e vitalissima.
È quanto accade a Zingarina, la protagonista di Transylvania, il cui percorso prende l’abbrivo da una situazione di disagio iniziale e di insoddisfazione di sé, conosce il trauma doloroso dell’amore tradito, prima di affrontare l’esperienza liberatoria del viaggio – viaggio che si configura come volontario esilio dal proprio passato e ricerca di un altrove salvifico – e pervenire a una nuova e più serena e appagante consapevolezza di sé.
Come di consueto, Gatlif lavora sul potere di fascinazione della musica (una rielaborazione di motivi tradizionali dell’Europa orientale) e delle immagini (dove i luoghi disastrati della modernità – le fabbriche dimesse, le centrali elettriche fatiscenti dell’era Ceausescu – confinano con i piccoli villaggi rurali, sperduti tra la neve e il fango delle strade). L’impressione è che la fantasmagoria dei suoni, dei colori, degli odori, il pittoresco delle danze, dei canti, delle feste pagane, sia teso a mascherare i vuoti di sceneggiatura, le secche di ispirazione narrativa. Il racconto è un po’ esile, mal rifinito, di respiro incerto. Le singole scene mirano a conseguire una loro grumosa densità poetica. A volte ci riescono. A volte sconfinano nel kitsch. I caratteri dei personaggi non riescono a essere convincenti, né la recitazione degli interpreti, a cui il regista concede ampi margini di improvvisazione, sembra servire gran fatto.
Nicola Rossello
Scheda film
Titolo: Transylvania
Regia: Tony Gatlif
Cast: Asia Argento, Amira Casar, Birol Ünel, Alexandra Beaujard, Marco Castoldi, Beata Palya
Durata: 1h. 43min
Genere: Drammatico
Distribuzione – LADY FILM S.r.l.
Data di uscita in Italia: 24 Agosto 2007
Sinossi
Zingarina arriva in Transilvania, nel cuore della Romania, alla ricerca dell’uomo che ama. Lo ha conosciuto in Francia, ma lui l’ha lasciata precipitosamente, senza una parola di spiegazione…
Accompagnata dall’amica Marie, che veglia gelosamente su di lei, Zingarina si butta a corpo morto nella sua missione amorosa, e si lascia catturare da un paese che l’affascina. Ma quando ritrova il suo ex amante in piena festa pagana, lui la respinge brutalmente. Impazzita per il dolore, Zingarina abbandona Marie, che le ricorda il suo passato, per fondersi completamente in questa nuova terra, la Transilvania, dove incontra Tchangalo, un uomo solo come lei, senza frontiera e senza legami.