Dal 3 ottobre 2007 al 17 febbraio 2008 il Colosseo ospita una mostra archeologica sulla storia del teatro romano.
Il percorso, per icone, sintetizza, con una settantina di opere, una storia millenaria che affonda le sue radici nella tradizione greca.
La mostra inizia affrontando le origini greche e italiche, gli apporti dei Greci d’Italia, degli Etruschi e dei popoli italici, in contesti inizialmente provvisori come i piccoli teatri di legno importati dai guitti della Magna Grecia. Prosegue, poi, con la costruzione dei grandi teatri di pietra e delle loro monumentali scenografie che, dall’epoca imperiale in poi, caratterizzarono Roma e tutte le città romanizzate.
Si arriva così al fulcro dell’esposizione, la rassegna dei protagonisti della scena. Da una parte, gli attori con le loro tecniche mimiche (mosaico dai Musei Vaticani raffigurante Mime e pantomime) e i testi drammatici, spesso rielaborati a partire dai modelli ‘alti’, equipaggiati di costumi, maschere e strumenti musicali; dall’altra, il pubblico di migliaia di spettatori, i più variegati, che consideravano il teatro e gli spettacoli che vi si svolgevano come il loro passatempo preferito.
Si tratta di un mondo multiforme fatto di danza, recitazione, mimica, dotta cultura ma anche sensuale divertimento di massa. E soprattutto fatto di musica (organo di Aquincum, flauti e cembali in ricostruzioni provenienti dal Museo della Civiltà Romana), perché non bisogna dimenticare che nel teatro romano il ruolo della musica era fondamentale come in un musical dei nostri giorni.
Chiude infine il percorso una riflessione sul modo divergente dei Romani di guardare agli attori, concedendo loro, nello stesso tempo, fama e infamia, esaltazione e condanna morale.
Le scene teatrali degli antichi vasi italici prestati dall’Archeologico di Bari, le splendide maschere e statuine della necropoli di Lipari, le lastre di terracotta di antiche scene architettoniche, i plastici dei teatri, le statue e gli affreschi di Pompei, le imponenti maschere del chiostro michelangiolesco delle Terme di Diocleziano, i mosaici vaticani degli attori e dei pantomimi così come i bronzetti dell’Archeologico di Firenze e di Palazzo Massimo a Roma si snodano in una scenografia che sembra fatta per loro: quella successione di grandi archi che vogliono dire ovunque nel mondo antico la presenza di teatri e anfiteatri romani.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Electa.