Premiato all’ultimo festival di Cannes per la sceneggiatura, Ai confini del paradiso può vantare un impianto drammatico assai complesso e pur solido e fortemente concatenato e studiatissimo, che tiene saldamente uniti insieme diversi tracciati narrativi che ora procedono lungo linee parallele di sviluppo, ora si accostano e intersecano i loro percorsi, tra ellissi ardite e inopinati ritorni indietro nel tempo.
La pellicola mette in campo una serie di richiami a problematiche di attualità: il confronto tra differenti culture, i disagi dello sradicamento, la tolleranza verso le diversità, i rischi del fanatismo religioso e dell’intransigenza politica. Non è tuttavia l’idea di realizzare un apologo sociologico a interessare il regista. Fatih Akin (un tedesco di origine turca qui alla sua opera seconda) imbeve l’immersione nel presente e nel vissuto in forme, tensioni e umori scopertamente melodrammatici, destinati a servire come occasione e base di appoggio al motivo cardine del racconto: il rapporto conflittuale tra genitore e figlio, un elemento tematico che il film illustra attraverso insistite variazioni: dal confronto/scontro tra Ali e Nejat a quello tra Suzanne e Lotte, allo stesso legame parentale che unisce Yeter e Ayten.
La vocazione romanzesca e melodrammatica della pellicola è leggibile inoltre nel peso che il caso riveste all’interno della narrazione (è il caso, l’imponderabile a scontrarsi con i progetti umani, vanificandoli; è sempre il caso a governare e sanzionare le prove morali e i destini dei personaggi); per nulla dire dell’enfasi che viene conferita alla declamazione dei sentimenti, enfasi a cui Akin s’ingegna, come può, di smorzare le note più alte e ridondanti.
Nicola Rossello
Scheda film
Titolo: Ai confini del paradiso
Regia: Fatih Akin
Cast: Baki Davrak, Nursel Kase, Hanna Schygulla, Tuncel Kurtiz, Nurgül Yesilçay, Patrycia Ziolkowska.
Durata: 122 minuti
Genere: Drammatico
Distribuzione: BIM
Data di uscita in Italia: 9 novembre 2007