La Fondazione Querini Stampalia di Venezia, dal 17 novembre 2007 al 10 febbraio 2008, presenta la mostra Georges Adéagbo. “La rencontre”..! Venise – Florence..! dedicata ad uno dei più importanti artisti dell’Africa Occidentale.
L’esposizione, pensata appositamente per gli spazi della Fondazione Querini Stampalia, è la prima che l’artista tiene in un’ Istituzione italiana.
Realizzata in collaborazione con la Regione Veneto, la mostra è a cura di Chiara Bertola con Stephan Koehler.
L’esposizione rientra nel progetto Conservare il futuro, promosso dalla Fondazione e dalla Regione Veneto e incentrato sul rapporto fra arte antica e arte contemporanea, tra un passato da tutelare e un futuro da progettare.
Dopo Giulio Paolini, Remo Salvadori, Elisabetta Di Maggio, Kiki Smith, Giuseppe Caccavale è, dunque, Georges Adéagbo a confrontarsi con la memoria e la storia della Fondazione.
Adéagbo è un collezionista che raccoglie e ordina sistematicamente fotografie, libri, ritagli di giornale, stoffe, object trouvé assemblati insieme con criteri diversi, a seconda del contesto in cui opera. Ne derivano grandi installazioni site-specific che colmano lo spazio con un’eterogenea molteplicità di segni, immagini e concetti messi in relazione tra loro in un sapiente gioco di significati, corrispondenze e rimandi.
Il rapporto tra Africa ed Europa, la storia della colonizzazione, il dramma della guerra e della schiavitù, il cannibalismo culturale, la religione, la democrazia e l’arte sono i temi più cari all’artista che, interessato alle storie locali e agli eroi leggendari, mette in scena suggestive narrazioni i cui significati attraversano i confini tra paesi, culture, epoche, linguaggi.
Per la Fondazione Querini Stampalia Georges Adéagbo realizzerà un progetto specifico e inedito nato dalla relazione con la storia di Venezia e la famiglia dei Querini Stampalia.
I libri e le carte antiche della Biblioteca, la Presentazione di Gesù al Tempio di Giovanni Bellini, le scene di vita di Pietro Longhi, ma anche gli antichi strumenti musicali e i seicenteschi globi appartenenti alle collezioni della Fondazione diventano per l’artista una inesauribile fonte di ispirazione per costruire il suo “incontro”.
Adéagbo racconta le difficoltà di persone che vivono separate e che cercano un contatto: “…vicini, separati da un alto muro, sentono ciascuno i rumori dell’altro, ma hanno solo un’idea vaga di come gli altri vivano. Alla fine uno di loro costruisce una scala, vi si arrampica e intravede chi sono gli altri e come vivono”.
La mostra è realizzata anche grazie alla preziosa collaborazione con il Centro d’arte Spaziotempo di Firenze, che permetterà di far rivivere, in quella città, le suggestioni del progetto dell’artista africano.
Il libro della mostra, con le fotografie delle opere allestite in Museo, è pubblicato grazie al contributo delle edizioni Gli Ori di Firenze.
Georges Adéagbo, nato nel 1942 a Cotonou (Benin) dove vive e lavora, è uno dei più importanti artisti dell’Africa Occidentale. Le sue partecipazioni alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia nel 1999 e a Documenta di Kassel nel 2002 hanno decretato il suo riconoscimento anche a livello internazionale.