In un piccolo hotel sulle rive del Lago Lemano uomini e donne di varie nazionalità trascinano pigramente la propria vita, nell’attesa che il mondo uscito dalla seconda guerra mondiale acquisti tratti meglio definiti.
Nella neutralità spaziotemporale dell’amena località, nella nitida impersonalità dell’albergo gli ospiti si avvicendano, vagano sospesi: lontani dai loro paesi d’origine e dai milieu cui appartengono, hanno perso lo scintillio del trucco di scena e si lasciano osservare nella loro verità sconcertante, paradossale e senza censure.
Bastano così poche pagine perché l’idillio si incrini e ci si senta risucchiati dal movimento sfrenato di una giostra di personaggi cinici, di affaristi e scrocconi grotteschi, di donne melanconiche e malmaritate e uomini gretti o pazzi o solo inguaribilmente tristi.
E il piccolo hotel di Madame Bonnard – che con equanimità e saggezza ci racconta la storia di ognuno di loro – ci appare di volta in volta un’esilarante gabbia di matti o il rifugio di chi a casa propria non vuole o non può tornare.
Con questo fiammante piccolo libro – il più amato da Saul Bellow tra tutti i romanzi della scrittrice australiana – Christina Stead ci fa dono di una sophisticated comedy con più di una punta di crudeltà, scritta per Bette Davis più che per Doris Day, in cui il fascino irrispettoso del bianco e nero evidenzia le ombre in tutta la loro profondità.
Christina Stead (1902-1983), la più grande scrittrice australiana del Novecento, ha vissuto a lungo in Europa e negli Stati Uniti. Tra le sue opere ricordiamo The Salzburg Tales (1934), Seven Poor Men of Sydney (1934), House of All Nations (1938), L’ uomo che amava i bambini (1940; Adelphi, 2004), For Love Alone (1944), Letty Fox (1946; Adelphi, 2002) e Un tè e quattro chiacchiere (1948; Adelphi, 1994). Il piccolo hotel è apparso per la prima volta nel 1973.
Scheda libro
Autore: Christina Stead
Titolo: Il piccolo hotel
Editore: Adelphi
Traduzione: Franca Cavagnoli
Collana: Fabula
In libreria: da maggio 2008