Giovedì 26 giugno alle ore 17,00, al Ridotto dei Palchi della Scala, Michele Girardi, docente di Drammaturgia musicale all’Università di Pavia, specialista del teatro musicale fin de siècle, parlerà della celebre opera di Giacomo Puccini La bohème, che sarà in scena nel mese di luglio.
Quarantatre anni dopo la prima de La traviata, arriva sulla scena La bohème. Nell’opera di Puccini, come in quella di Verdi, l’assassino è la tisi polmonare, la vittima è una giovane innamorata di un giovane. Il luogo è sempre Parigi, ma dai quartieri alti si passa al quartiere latino, dall’ambiente borghese e signorile ai margini del demi-monde a quello della gioventù squattrinata e di belle speranze, da una mantenuta d’alto bordo a una piccinina.
Giacosa e Illica, con lungo lavoro per l’incontentabile Puccini, hanno tratto da un fortunato romanzo di Murger una scintillante storia di giovani: un poeta, un pittore, un altro paio di giovanotti, due ragazze. Intorno alla loro miseria, nelle soffitte, per la strada, nei caffè, si spiega il movimento continuo della giovinezza con i suoi slanci, le sue crudeltà, le sue speranze, le passioni, i dispetti, l’allegria e il fantasma, mai così lontano e così vicino, della morte.
Nel 1896, quando va in scena, Puccini ha trentotto anni. La giovinezza l’ha compiuta tutta e, da buon lucchese, tutta senza fronzoli e senza perdere tempo. Così l’ha messa in musica, con una forza e una chiarezza, una fantasia acuta di melodie e di ritmi che un secolo dopo ancora profondamente emozionano chi è giovane e chi già lo è stato, chi ci si riconosce e chi vi si rimpiange.