Alla Pinacoteca di Brera di Milano dal 17 gennaio al 29 marzo 2009 è aperta al pubblico la mostra Caravaggio ospita Caravaggio. Con tale importante evento espositivo si aprono le celebrazione del bicentenario della prestigiosa istituzione culturale milanese.
La mostra, a cura di Mina Gregori e Amalia Pacia, valorizza la celebre Cena in Emmaus di Michelangelo Merisi da Caravaggio, giunta ad arricchire le collezioni del museo nel 1939. L’opera, realizzata a Roma intorno al 1606, è messa eccezionalmente a confronto con l’altra versione dello stesso tema, eseguita dal pittore nel 1601 e concessa in prestito dalla National Gallery di Londra.
La versione della Pinacoteca di Brera della Cena in Emmaus, presente dal 1624 nella collezione del principe Patrizi di Roma, è dipinta da Caravaggio circa quattro anni dopo la Cena londinese. L’artista sceglie di ritrarre un momento immediatamente successivo a quello rappresentato nella versione di Londra: il pane è già stato spezzato e Gesù benedice i discepoli congedandoli. Di questa scena più essenziale e immersa nel buio, l’unica fonte di luce, fortemente laterale, sottolinea in maniera selettiva e puntuale l’intensità dei gesti, più semplici e naturali, e le espressioni concentrate degli astanti, rivelando un cambiamento di linguaggio che riapparirà nelle opere seguenti.
Accompagnano la presentazione affiancata delle due Cene, in sala XV, altri due dipinti appartenenti alla fase giovanile del maestro lombardo, il Concerto e il Ragazzo con canestro di frutta, concessi in prestito rispettivamente dal Metropolitan Museum di New York e dalla Galleria Borghese di Roma, che hanno inteso in questo modo partecipare alle celebrazioni.
Il Giovane con canestro di frutta è appartenuto a Giuseppe Cesari, detto Cavalier d’Arpino, pittore presso la cui bottega Caravaggio aveva lavorato appena arrivato a Roma. Ma già nel 1607 l’opera entra a far parte delle collezioni del cardinale Scipione Borghese. Nel dipinto, realizzato tra il 1593 e il 1594 presso la bottega del D’Arpino, un giovane a mezza figura regge una bellissima natura morta, dai frutti riprodotti con straordinaria aderenza alla realtà. Negli stessi anni, infatti, Caravaggio dedica alla sola natura morta la celebre Canestra di frutta, oggi alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano.
Il Concerto del museo newyorchese è una delle prime opere eseguite a Roma dal giovane artista per il cardinale Francesco Maria Del Monte, all’epoca considerata persino dal suo rivale Giovanni Baglione come “una musica di alcuni giovani ritratti dal naturale” dipinta “assai bene”. La tela subisce molti passaggi di proprietà – fra i più prestigiosi si ricordano i cardinali Antonio Barberini e Richelieu, e la duchessa d’Anguillon – fino ad essere infine acquistata dal Metropolitan Museum nel 1953. L’opera, datata al 1594-1595, è particolarmente significativa nel percorso di Caravaggio, che sperimenta forse per la prima volta una composizione a più figure, ritraendo probabilmente, piuttosto che quattro modelli diversi, lo stesso ragazzo atteggiato in pose differenti. Il tema centrale è la musica, che deriva dalla tradizione veneta dei ‘Concerti’, inaugurata da Giorgione e Tiziano, mentre la presenza di un Eros con grappolo d’uva ha suggerito alla critica anche diverse interpretazioni allegoriche del soggetto.
Nell’adiacente sala XVIII è esposto il dipinto del maestro di Caravaggio Simone Peterzano, Venere e Cupido con due satiri in un paesaggio, normalmente nei depositi del museo e per l’occasione posto in relazione con le opere dell’allievo.