Questo testo – noto sinora in Italia come Il canto del popolo ebraico massacrato e qui riproposto con nuova traduzione e cura di Erri De Luca – si articola in quindici canti che ripercorrono, con straordinaria potenza evocativa, le tappe dell’annientamento dell’ebraismo polacco, dall’invasione nazista al rogo del ghetto di Varsavia. I lunghi versi di Katzenelson precipitano il lettore nel turbine della storia, vento orribile che scompone, cancella, vanifica la memoria, tende solo al vuoto, al nulla. Pochi scrittori sono riusciti come Katzenelson a rendere commensurabile l’incommensurabilità dell’Olocausto, a descrivere nella sua pienezza la vitalità di un popolo e l’immane vuoto che subentra nel mondo dopo il suo annientamento. Un silenzio altissimo che interroga senza requie il cielo e tutti noi, che rinnova lo strazio e dà vita a coloro che l’hanno perduta per sempre.
Itzak Katzenelson nacque nel 1886 in Bielorussia, ma trascorse la maggior parte della sua vita a Lódz, in Polonia. Per anni fu insegnante in un ginnasio. Scrisse, in ebraico e in yiddish, drammi, poemi, liriche. Sfuggito più volte alle deportazioni riuscì, grazie a un passaporto falso, a essere trasferito nel campo di smistamento francese di Vittel, insieme con il primogenito Zvi. A Vittel scrisse il Canto e un diario del ghetto che, nascosti in un contenitore di latta e sotterrati, sopravvissero alla distruzione della guerra. La speranza di essere scambiati con prigionieri tedeschi tramontò nel maggio del 1944: Itzak e Zvi furono deportati ad Auschwitz e immediatamente uccisi. Il manoscritto del Canto, ritrovato nel 1945 grazie alle indicazioni della sopravvissuta Miriam Novitsch, fu pubblicato in francese per la prima volta a Parigi nello stesso anno.
Scheda libro
Autore: Itzak Katzenelson
Titolo: Coraggio, il meglio è passato
Editore: Mondadori
Collana: Scrittori italiani e stranieri
Prezzo: € 14,00
Pagine: 128
Anno: 2009