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A Venezia “Nigra sum sed formosa”, mostra sull’Etiopia cristiana

Reportage realizzato da Sean Sprague/CNEWA A Venezia, presso la sede espositiva dell’Università Ca’ Foscari lungo il Canal Grande, rimane aperta al pubblico dal 13 marzo al 10 maggio 2009  una interessante e innovativa mostra sull’Etiopia cristiana.
L’esposizione, che presenta materiali in gran parte inediti, è curata  da Giuseppe Barbieri, Gianfranco Fiaccadori e Mario Di Salvo, coadiuvati da un ampio comitato scientifico internazionale.

Il titolo della mostra, “Nigra sum sed formosa”, rinvia al celebre versetto del Cantico dei Cantici interpretato in relazione alla Regina di Saba. È stato scelto per ricordare l’antichità dell’esperienza religiosa biblica e cristiana in terra etiopica. Qui sussiste ancora oggi una sorta di chiesa delle Origini, degli Apostoli, che ha saputo conservare, nei riti e nelle rappresentazioni artistiche, lo spirito della prima età evangelica.

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Reportage realizzato da Sean Sprague/CNEWAVenezia è stata, almeno già dall’epoca del grande re Zar’a Yâ’qob (1434-68), uno dei partner più significativi, tra gli Stati Europei, dell’Impero Etiope, a ribadire così la sua funzione di porta di collegamento tra Oriente e Occidente. Questo elemento segna l’assoluta pertinenza della città di San Marco, che è sede di uno dei più importanti e antichi patriarcati d’Occidente, come luogo e scenario della mostra.

L’esposizione si presenta come un organico e affascinante “racconto“, imperniato su riconoscibili personaggi: la Regina di Saba; il Re Lâlibalâ (sec. XII-XIII), da cui prende nome la città santa costruita sulle montagne del Lasta, la “Nuova Gerusalemme” a beneficio dei pellegrini Etiopi, impediti a recarsi in Terra Santa dalla presenza islamica, al modo in cui nell’Europa medievale si realizzavano le varie copie del Santo Sepolcro; il re Zar’a Yâ’qob, sotto cui, nel XV secolo, il Paese si aprì decisamente alle presenze occidentali; il pittore veneziano Nicolò Brancaleon, detto Marqorêwos (Mercurio), documentato alla corte dei re Eskender e Lebna Dengel fra XV e XVI secolo.

In mostra icone, croci, rotoli magici, codici miniati, incisioni, capolavori cartografici, come il Mappamondo di Fra Mauro, rari libri di modelli, provenienti da raccolte private e pubblici musei, nazionali e internazionali. Affiancano questi eccezionali reperti originali numerosi contributi a visualizzazione multimediale (musiche, filmati, fotografie opportunamente trattate…) della civiltà religiosa e della grandezza estetica dell’impero del Leone.

Dittico, XVII secolo. Collezione privata, Fotografia Studio Aleph (Como)

Ad accompagnare i visitatori nelle diverse sezioni è il prof. Stanislaw Chojnacki, patriarca degli studi moderni sull’arte etiopica. È uno dei molti interventi di multimedialità messi a punto da Ca’ Foscari. Così come a un gruppo di lavoro interno, quello affidato al prof. Augusto Celentano, si deve un prototipo fortemente innovativo di guida multimediale mobile, realizzata in ambiente iPod. In questo modo la mostra diventa un prestigioso laboratorio per gli studenti dell’Ateneo, impegnati a declinare anche nelle più innovative forme dell’edutainment un itinerario denso di reperti e temi di rara suggestione.

La mostra è promossa dall’Università Ca’ Foscari di Venezia, dalla Banca Popolare FriulAdriaCrédit Agricole e dalla Regione del Veneto.

Il catalogo è edito da Terraferma.

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Fondazione Roma Sapienza, “Arte in luce” X edizione

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