La Fondation Pierre Gianadda di Martigny (Svizzera) dal 19 giugno al 22 novembre 2009 presenta la mostra De Courbet à Picasso, con opere provenienti dalla collezione del Museo Statale di Belle Arti Pushkin di Mosca.
L’esposizione copre il periodo più significativo nell’arte a cavallo tra la seconda metà del XIX secolo e i primi tre decenni del XX, indagando la storia del collezionismo in Russia. Le opere in mostra spaziano dal realismo alla libertà pittorica dell’impressionismo, alla profonda individualità dei maestri del postimpressionismo, alle sperimentazioni degli inizi e della maturità dell’avanguardia europea.
L’esposizione, curata da Irina Antonova, si apre con opere di Camille Corot, artista lirico e introverso, la cui scelta eccezionale è dovuta all’intuizione di Sergei Tretiakov, fratello di Pavel Tretiakov, celebre collezionista d’arte russa e fondatore della Galleria Tretiakov.
Una delle sezioni più importanti della mostra alla Fondation Pierre Gianadda è legata ai pittori della cerchia degli impressionisti e di Eduard Manet. Il suo eccezionale Portrait d’Antonin Proust è esemplare dello stile di questo maestro sperimentatore. Spiccano inoltre La danseuse chez le photographe di Edgar Degas, Au jardin di Pierre-Auguste Renoir, riferibili ai primi anni dell’impressionismo, La meule de foin e Nymphéas blancs di Claude Monet, dove lo stile maturo di questo capofila del movimento appare in tutto il suo splendore, e inoltre i paesaggi di Alfred Sisley e di Camille Pissarro.
A seguire ecco la possente e coinvolgente Ronde des prisonniers del postimpressionnista Vincent Van Gogh che è una delle opere più celebri nella storia mondiale dell’arte, mentre il misterioso paesaggio Matamoe illustra molto bene il periodo tahitiano di Paul Gauguin. Tra le opere di Paul Cézanne si distingue La plaine au pied de la montagne Sainte-Victoire, in cui il tema prediletto dal pittore compare per la prima volta nella sua opera.
Il simbolismo è rappresentato dalla tela Le pauvre pêcheur di Pierre Puvis de Chavannes e dai dipinti di Eugène Carrière, prossimi allo stile dell’art nouveau. Pure segnate dalla poetica simbolista sono le opere degli esponenti del gruppo dei Nabis – Maurice Denis, Edouard Vuillard, Pierre Bonnard – e dello svizzero Félix Vallotton, artisti prediletti di Ivan Morozov.
Le opere di Henri Matisse e di Pablo Picasso costituiscono la parte più celebre della collezione del Museo Pushkin. L’esposizione comprende lavori di Matisse, a partire dai suoi primi passi verso il fauvismo per giungere alla grande padronanza dello spazio evidente nei Capucines, così come dei membri del gruppo dei Fauves di cui fu il principale esponente. Picasso è rappresentatto da Arlequin et sa compagne e dalla raffinata tela cubista Reine Isabeau. L’esperienza cubista è completata dal dipinto Le château La Roche-Guyon di Georges Braque.
Una parte importante dell’esposizione è dedicata al tema del primitivo e agli artisti vicini a questa tendenza: emblematica è la pittura di Henri Rousseau, rappresentato dalla tela La Muse inspirant le Poète, prima versione del celebre dipinto (il secondo è conservato al Museo di Basilea). Nell’ambito del paesaggio spiccano le tele di André Derain, fatti nel contempo di semplicità e di solennità, mentre la Parigi dell’epoca trova una narrazione raffinata nelle opere di Maurice Utrillo.
La mostra si chiude con un gruppo di opere che ricordano il periodo post-rivoluzionario delle collezioni moscovite.