Come riportare la vita in certe aule divenute stagni immobili, in cui si mortifica la personalità tanto dei docenti quanto degli alunni?
Dall’alto della sua esperienza, Bernhard Bueb spiega i comandamenti del buon insegnante. Sono nove e molto semplici: conoscere se stessi, accettare l’idea che le persone (e i ragazzi in particolare) abbiano bisogno di una guida, esigere e proteggere, essere un esempio (prima di tutto di giustizia), darsi e dare obiettivi chiari, onesti e raggiungibili, essere critici verso di sé, imparare a delegare, mantenere la calma e, infine, impostare la propria attività scolastica in base a questi principi, senza aspettare l’intervento della politica.
Attraverso le nove regole, Bueb tratteggia il rapporto ideale che dovrebbe instaurarsi tra maestro e allievo, fatto di scambio e maturazione, dialogo e affetto. Per lui, un insegnante deve avere il coraggio non solo di docere, ma anche di ducere: ricordando la massima di Max Weber (“Il potere non è un valore ma solo un mezzo”), deve guidare e condurre gli allievi a diventare persone migliori.
Nelle sue parole riecheggiano secoli di teorie educative, da Socrate a Dante, ma soprattutto – grazie a frequenti aneddoti e ricordi diretti – l’esperienza di trent’anni di insegnamento dedicati all’utopia più stimolante: quella di far crescere il nostro futuro. Quel compito al quale la scuola italiana pare aver abdicato.
Bernhard Bueb è studioso di filosofia e teologia. Per trent’anni, dal 1974 al 2005, è stato direttore dell’esclusivo collegio privato tedesco di Salem. Con Rizzoli ha già pubblicato Elogio della disciplina (2007, 5 edizioni).
Scheda libro
Autore: Bernhard Bueb
Titolo: Le 9 regole della scuola
Editore: Rizzoli
Collana: Saggi
Prezzo: € 12,50
Pagine: 126
Anno: 2009