HomeMusicaIn scena all’Opera di Roma “Le Grand Macabre” di György Ligeti

In scena all’Opera di Roma “Le Grand Macabre” di György Ligeti

Gyoergy LigetiAl Teatro dell’Opera di Roma, dal 18 al 23 giugno 2009, va in scena l’opera in due atti e quattro quadri “Le Grand Macabre” del compositore György Ligeti. Dirige l’Orchestra del Teatro il M° Zoltán Peskó.
Grottesche atmosfere da fine del mondo nel nuovo allestimento della Monnaie di Bruxelles, coprodotto con l’English National Opera di Londra, il Liceu di Barcellona e l’Opera di Roma e con il sigillo della compagnia catalana d’avanguardia La Fura dels Baus.

Un enorme corpo nudo di donna caduto a terra: ha il viso di una maschera tragica greca e le fattezze delle sculture iperrealiste, è alta sette metri, lunga quindici, larga altrettanto e ruota a 360 gradi. Ma si deteriora, perde pezzi, mostra i visceri, ospita ed espelle dagli orifizi i personaggi in scena. È lei, Claudia, preda di un male oscuro, l’elemento choc della rappresentazione.

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György Ligeti, scomparso nel 2006, fu un anticonformista della musica del XX secolo. È la prima volta che la sua unica opera, “anti-anti-opera” la definì, si esegue nella capitale: esordì a Stoccolma nel ‘78, fu rimaneggiata nel ‘96.

Ligeti (cui attinse Stanley Kubrick per i film 2001 Odissea nello spazio, Shining, Eyes wide shut) in Grand Macabre contaminò vari generi: jazz, folklore, rococò, rag-time, cha-cha-cha. Per il libretto, scritto con Michael Meschke, si ispirò alla Balade du Grand Macabre di un drammaturgo belga di lingua francese, Michel de Ghelderode, e alle sue reminiscenze medievali.

L’azione si svolge in un immaginario principato che prende nome dal pittore fiammingo Brueghel e ne evoca gli apocalittici motivi. Nella corrotta Brueghellandia l’angelo della morte Nekrotzar annuncia l’imminente fine del mondo ai suoi edonistici abitanti: l’astrologo di corte Astradamors, l’assatanata Mescalina, il servo Piet, il goloso principe bambino Go-Go, il capo della polizia politica segreta Gepopo. Ne deriva una trama volta a volta grottesca, delirante, orgiastica, farsesca. Il cataclisma che sembra minacciare gli umani si rispecchia nella decomposizione di Claudia e si alimenta della sua angoscia.

Il Maestro concertatore e Direttore Zoltán Peskó ha curato la prima esecuzione italiana (1979). Maestro del Coro è Andrea Giorgi. L’ideazione e la regia sono di Alex Ollé e Valentina Carrasco, le scene di Alfonso Florens, i costumi di Lluc Castels, il disegno luci di Peter van Praet, i magnetici video 3D di Franc Aleu.
Voci di sicura classe: Chris Merritt (Piet), Annie Vavrille (Amando), Ilse Eerens (Amanda), Willard White e Roberto Abbondanza (Nekrotzar), Nicholas Isherwood (Astradamors), Ning Liang (Mescalina), Caroline Stein (Venere, Gepopo), Brian Asawa (Go-Go), Eberhard Franz Lorenz (Ministro Bianco), Martin Winkler (Ministro Nero), Daniele Massimi (Ruffiack), Fabio Tinalli (Schobiack), Andrea Buratti (Schabernack).

In inglese con sovratitoli in italiano.

Cinque le recite: giovedì 18 (turno A) e venerdì 19 (B) alle 20,30; sabato 20 (D) alle 18,00; domenica 21 (E) alle 17,00; martedì 23 (C) alle 20,30.


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