L’incipit riassume in sé il senso del film e ne preannuncia l’evoluzione. L’automobile di Kate è rimasta in panne in una solitaria stradina di campagna. La donna non sa più che fare. Una Porche la supera, torna indietro, si arresta. Ne scende un uomo, Vittorio, che, senza dire una parola, mette le mani sul motore e lo fa ripartire, consentendo a Kate di riprendere il suo viaggio.
Kate – lo scopriremo presto – è una donna segnata da un passato devastante e segreto, che la ossessiona e la perseguita, costringendola alla sconquassante laidezza del dolore, impedendole di vivere. Vittorio è lo straniero misterioso, l’angelo salvifico che assume su di sé il compito di liberare l’eroina dai fantasmi che l’affliggono. E lo fa tornando a inscenare, sotto il tendone di un circo, il trauma che Kate ha vissuto anni addietro.
Il circo – un minuscolo circo itinerante che percorre i villaggi sonnolenti della Linguadoca – è il magico cerchio di luce dove lo spettacolo può assumere valenze catartiche; è lo spazio del rischio entro cui la donna dovrà affrontare la prova della verità (“È il posto dove tutto è possibile – dice Kate, – dove si aprono gli occhi, e i miei si sono aperti”). Uno spazio prossimo a quello della finzione teatrale, con i suoi numeri comici (l’esibizione di quei clown che sembrano usciti da una pièce di Beckett), gli elementi di straniamento ironico (i monologhi di Kate; la passerella finale di Vittorio, Alexandre e Clemence, con tanto di sguardi in macchina), la figura di un regista-demiurgo (lo stesso Vittorio) a cui è affidato l’onere di dirigere gli attori nella scena madre.
Questione di punti di vista è una pellicola dal tono lieve, cristallino, arguto, vitale; un “piccolo” film (non un film “minore”!), realizzato con sprezzatura sovrana, costruito giorno per giorno sul set, a partire da una sceneggiatura appena abbozzata, che ciascun attore era chiamato ad arricchire dando compiutezza al proprio personaggio.
Superati gli ottant’anni, Rivette continua a inseguire una sua personalissima idea di cinema. Qui egli ha inteso privilegiare il versante più aereo, giocoso, renoiriano della sua produzione, mettendo per una volta a tacere l’armamentario di incubi, spettri, arcani sortilegi, mondi paralleli ai margini del paranormale di cui si nutre talora il suo immaginario.
Nicola Rossello
Scheda film
Titolo: Questione di punti di vista
Regia: Jacques Rivette
Cast: Sergio Castellitto, Jane Birkin, Andre Marcon, Jacques Bonnaffé, Julie-Marie Parmentier, Hélène de Vallombreuse, Tintin Orsoni, Vimala Pons
Durata: 84 min
Genere: Drammatico
Distribuzione: Bolero Film
Data di uscita: 8 settembre 2009