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Presentato a Roma il libro “La natura morta de La Dolce Vita” di Mauro Aprile Zanetti

Un’operazione editoriale riuscita. Fresca, interessante, spiazzante; come una luce al neon che all’improvviso scorgi su una strada accanto ad una porta socchiusa; basta aprirla per scoprire significati nuovi, originali ed inaspettati. Ed è quello che succede leggendo “La natura morta de La Dolce Vita”, del film-maker e scrittore Mauro Aprile Zanetti, arricchito con le illustrazioni del pittore e graphic designer Piero Roccasalvo.

Il libro è stato presentato a Roma lunedì 19 ottobre nella sala “Gianfranco Imperatori” dell’Associazione Civita. Presenti, oltre all’autore, la giornalista di Repubblica Leonetta Bentivoglio, l’illustratore Piero Roccasalvo e Mimmo Liguoro, Presidente dell’associazione “Amici di Civita”, che ha moderato l’incontro.

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La tappa romana di Mauro Aprile Zanetti segue una serie di presentazioni svoltesi negli U.S.A. durante il 2008 a testimonianza dell’interesse suscitato dal libro. Tra le più importanti ricordiamo: la prima mondiale che si è tenuta  all’Istituto Italiano di Cultura di New York il 5 Dicembre in occasione del close day della mostra di Morandi, la lecture al NYFA (New York Film Academy) l’8 dicembre, ed il 10 dicembre presso la Garden City High School di Long Island.
In Italia la pubblicazione è stata presentata in anteprima il 27 febbraio 2009 presso l’Auditorium della RAI di Palermo.

La natura morta de La Dolce Vita” è un’opera scritta con metodo e linguaggio quasi cinematografici, a tratti, infatti, si ha l’impressione di trovarsi di fronte una story board, in altri momenti si è immersi nella lettura di un giallo, per poi, al termine del libro, scoprire di aver ingerito tutto di un fiato un saggio di critica cinematografica, con la leggerezza e la semplicità di un ottimo vino bianco delle Langhe piemontesi.

L’autore si sofferma sull’“esile e monumentale presenza” di una natura morta di Morandi, presente  all’interno di una scena del film di Fellini, quella dedicata all’incontro tra Marcello Rubini e Steiner nella dimora dello stesso. Il salotto di Steiner, teatro di una delle sequenze più esaltanti dell’opera felliniana, diventa cardine di una  singolare interpretazione  dello scrittore Zanetti e dà il via ad una serie di intuizioni focali per la comprensione del film.  Qui si ritrovano lo scrittore Steiner e il giornalista Marcello Rubini, intrattenendosi in colloqui da intellettuali borghesi, mentre fanno da sfondo sul retro parete due quadri di  Morandi di natura morta, composti da vasi, bicchieri, caraffe, ben definiti, dai toni sbiancati, immersi in una luce velata, posti lì a completare lo scenario e scelti da Fellini non certo per caso. In queste particolari sequenze e nelle nature morte di Morandi, Mauro Aprile Zanetti ritiene che vi sia la chiave di lettura del film.

La dolce vita, sostiene Zanetti,  è una grande fiera della vanità e le sequenze della natura morta morandiana con le sue bottiglie impolverate e comunque nitide e ben definite ove l’uomo è completamente assente e tuttavia pienamente presente, danno lezione. Elementi che si mostrano e si mescolano e mettono in stretta unione i due grandi artisti Morandi e Fellini capaci di creare, attraverso il rapporto tra pittura e cinema, un capolavoro classico che resiste al tempo, ove la vita stessa è opera d’arte «sospesa tra paura e desiderio, entusiasmo e depressione, ordine e caos» e nel suo infinito innamoramento.

Con la presentazione di Roma, l’Associazione Civita dimostra  uno spiccato interesse a promuovere le migliori esperienze intellettuali ed artistiche italiane, offrendo spazio a giovani autori che già all’estero hanno raccolto notevoli consensi.

Diego Pirozzolo

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