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A Mantova la mostra “Schiavoni e Dagnini. Un pittore e un architetto alla corte degli zar”

Felice Schiavoni, La morte di RaffaelloAl Museo di Palazzo Te, a Mantova, dall’ 11 ottobre 2009 al 10 gennaio 2010 sono esposte la grande tela La morte di Raffaello di Felice Schiavoni (1803-1881) e circa trenta disegni autografi dell’architetto Silvio Dagnini (1867-1942).
Le opere dei due italiani, entrambi rinomati in Russia per il servizio prestato alla corte di Alessandro II e Nicola II, giungono dalle collezioni russe del Museo Tsarskoe Selò della città di Pushkin (San Pietroburgo).

La tela di Felice Schiavoni, che è stata oggetto di un meticoloso lavoro di restauro, effettuato da specialisti russi per volontà dell’istituzione mantovana, ritorna in Italia a distanza di centocinquanta anni. L’opera, infatti, commissionata nel 1841 dal futuro Imperatore di tutte le Russie Alessandro II, viene conclusa nel 1859, anno in cui viene spedita a San Pietroburgo e subito collocata nel Palazzo di Caterina, residenza estiva degli zar.

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Nella tela, che misura 3,25 metri di lunghezza per 2,66 di altezza e che richiese all’artista una dedizione di vent’anni,  è raffigurata la desolazione nello studio di Raffaello al momento della sua morte. Schiavoni ritrae un gruppo di sedici personaggi, raccolti in stato di contrizione e attesa, nell’anticamera della stanza da letto del Maestro. Tra questi figurano i suoi fedeli allievi Giulio Romano e Perino del Vaga, e altre figure emblematiche della cultura dell’epoca: il Cardinal Bembo, Baldassarre Castiglione, Ariosto, Michelangelo e Benvenuto Cellini.

Disegno autografo di Silvio DagniniIn mostra, insieme alla tela di Schiavoni, una selezione di disegni autografi dell’architetto Silvio Dagnini.
Mantovano, architetto di corte dell’ultimo zar di Russia Nicola II, Dagnini chiude la serie dei grandi urbanisti italiani, tra cui Rastrelli e Quarenghi, al servizio della corte imperiale russa.

Tra le principali opere da lui progettate e realizzate, delle quali sono in mostra i disegni preparatori, si ricordano l’edificio della centrale elettrica; il portale d’ingresso del palazzo di Alessandro; il Liceo scientifico intestato all’Imperatore; ville padronali e palazzine per ricchi commercianti e mecenati; i primi garages per le automobili dello zar; l’ospizio per i mutilati della guerra russo-giapponese; l’edificio della Croce Rossa la cui prima pietra viene posata dall’Imperatrice e dalle figlie assistite dall’architetto stesso, momento documentato da un video che viene proposto a Palazzo Te.
Negli anni che seguono la rivoluzione del 1917 e poi durante le repressioni staliniane degli anni Trenta, Dagnini è impiegato in progettazioni e costruzioni di carattere industriale, come dighe, chiuse, edifici annessi alle centrali elettriche sul fiume Svir’.

L’evento espositivo, a cura di Larisa Bardovskaya, è organizzato dal Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te, con il sostegno del Comune di Mantova e Museo Civico di Palazzo Te e la collaborazione del Museo Tsarskoe Selò della città di Pushkin.

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