La Monaca di Monza, uno tra i più noti personaggi manzoniani, è la protagonista della mostra che sarà ospitata nelle Sale Panoramiche del Castello Sforzesco di Milano dal 25 novembre 2009 al 21 marzo 2010. L’esposizione, che ne ripercorre la storia, presenta oltre 60 opere di artisti ottocenteschi, quali Francesco Hayez, Mosè Bianchi, Federico Faruffini, Giuseppe Molteni, Gaetano Previati e altri.
Il percorso si snoda tra verità storica e rilettura romanzesca della figura di Marianna de Leyva, in religione suor Virginia, a tutti nota come la Gertrude dei Promessi sposi.
Gli eventi della Monaca di Monza sono indagati all’interno di un tema ben più vasto che riguarda la condizione femminile nella prima età moderna, con una particolare attenzione al fenomeno delle monacazioni forzate.
La figura di Marianna viene ricostruita attraverso i documenti relativi a episodi della sua vita e alle famiglie da cui discese, i de Leyva e i Marino, proprietari dell’omonimo palazzo, ora sede del Comune di Milano, attraverso il carteggio con Federico Borromeo, custodito all’Ambrosiana, nonché attraverso gli atti processuali, eccezionalmente esposti al pubblico, contenuti nel manoscritto conservato all’Archivio storico della Diocesi di Milano.
Gli atti raccontano gli eccessi della società milanese del Seicento che crede ancora nei malefici e negli esorcismi e che affida alla tortura il compito di estorcere la verità, ponendo il colpevole in stato di profonda umiliazione.
Dopo essere stata murata per tredici anni in una cella del convento delle convertite di Santa Valeria, Virginia viene riabilitata alla vita conventuale e consegna alle lettere scritte al Cardinale Borromeo il messaggio di una “verace penitenza”, di un’espiazione dolorosa e convinta, di una pacificazione raggiunta.
Alla drammatica voce della verità storica si sovrappone, nella seconda parte della mostra, il racconto letterario e figurativo della Monaca di Monza.
Le crisi di coscienza e le remore morali di Virginia, nella traduzione manzoniana del personaggio della sventurata Gertrude, furono oggetto di straordinarie prove pittoriche da parte di diversi artisti dell’Ottocento: dall’intimo e delicato “ritratto” di Francesco Hayez, allo scomposto sussulto con il quale Mosè Bianchi coglie la Monaca in un’inquietudine mai realmente trattenuta.
Gertrude è stata poi soggetto privilegiato di alcune tavole delle diverse edizioni del capolavoro manzoniano: in mostra vengono presentati i disegni di Francesco Gonin per l’illustrazione dei Promessi sposi del 1840, conservati alla Biblioteca Nazionale Braidense, e gli splendidi disegni di Gaetano Previati, provenienti dal Gabinetto dei disegni del Castello Sforzesco, nonché varie prove incise ottocentesche della Raccolta Bertarelli, fino alle proposte degli anni ’60 e ’70 del Novecento di Giorgio De Chirico ed Ernesto Treccani.
Chiude il percorso una speciale sezione dedicata alle riduzioni drammaturgiche della vicenda della Monaca di Monza.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale.
L’iniziativa, curata da Lorenza Tonani, è promossa dal Comune di Milano, ideata e prodotta da Alef, col patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Lombardia, della Provincia di Milano, della Provincia di Monza e Brianza.