Torna a Roma, dopo quattro anni, al Teatro dell’Opera, l’étoile ucraina Svetlana Zakharova.
Universalmente riconosciuta come la più intensa interprete del balletto Il lago dei cigni, è la grande attrazione dell’ultimo round di recite, da venerdì 27 novembre fino a mercoledì 2 dicembre 2009, del capolavoro di Pëtr Il’ič Čajkovskij.
Con l’Orchestra e il Corpo di Ballo al completo, si alterneranno nel ruolo di Odette/Odile le due attesissime sorelle Lorna e Lorena Feijóo, già prime ballerine del Balletto Nazionale di Cuba e oggi impegnate negli Stati Uniti, che si scambieranno le parti nelle due recite loro assegnate.
La musica sublime di Čajkovskij, le coreografie che Galina Samsova ha tratto dalla storica edizione di Marius Petipa e Lev Ivanov, i professori d’orchestra diretti da Fabrizio Maria Carminati, le scene e costumi di Aldo Buti, il cameo di Carla Fracci nel ruolo della Regina Madre: Il lago dei cigni, forse il balletto più amato dal pubblico, torna per cinque rappresentazioni, di cui l’ultima riservata alle scuole (il 2 dicembre). Nella parte del principe Siegfried si alterneranno Andrei Uvarov del Bols’oj e Tamas Nagy, primo ballerino del Balletto Nazionale Olandese.
«Settantaquattro recite dal 2003 al 2009, un record assoluto – rileva Carla Fracci – che nessun’altra compagnia italiana può vantare e pochissime altre compagnie europee eguagliano. Dico la verità, sono estremamente orgogliosa di questo risultato; non c’è opera, se pur popolarissima, di Verdi, Bellini, Donizetti, Puccini, Bizet, che sia stata replicata in Italia in questi anni, così tante volte. Quindi, grazie tante alla stupenda, immortale musica di Čajkovskij, così immensamente amato da Gustav Mahler e venerato fino allo strazio da Igor Stravinskij e da tanti altri poeti e musicisti che saranno eternamente vivi nei nostri cuori, e grazie tante anche all’Orchestra del Teatro dell’Opera che ne ha dato delle esecuzioni memorabili e grazie, grazie, grazie al Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera, in continua e costante ascesa. Un risultato del genere, settantaquattro recite, è un record che onora Roma, l’Italia, l’Europa e, perché no, il mondo intero».