È dedicata ai “bianchi”, ovvero alla maiolica italiana di stile compendiario, la mostra in programma ad Ascoli Piceno, negli spazi espositivi del Museo dell’Arte Ceramica, dal 30 gennaio all’11 aprile 2010.
L’esposizione, curata da Vincenzo De Pompeis, intende analizzare la produzione ceramica che ha avuto il maggior successo sia in Italia che in Europa. Con il termine “bianchi” si indica, infatti, quella innovativa produzione di maioliche bianche e polite – da una definizione del Garzoni del 1588 – che fiorì a Faenza negli anni quaranta del Cinquecento e si diffuse, in pochi lustri, in gran parte del territorio nazionale e all’estero.
La loro caratteristica superficie bianca, corposa e coprente per via dell’uso di uno smalto più spesso e più bianco rispetto al passato, permetteva di coprire il biscotto, conferendo alla maiolica brillantezza, luminosità ed un maggior senso di pulizia e di igiene.
Nel Cinquecento i più importanti centri di produzione erano localizzati in Italia Centrale, mentre nel Seicento si ebbero importanti produzioni con caratteristiche stilistiche autonome in altre regioni italiane, tra cui la Puglia.
I “bianchi” si caratterizzavano anche per il maggior movimento delle forme, che si arricchivano di ornamenti plastici ed assumevano un maggiore risalto rispetto al passato. Infatti, oltre a forme tradizionali derivate dal tornio, venivano prodotte forme opulente e dinamiche, spesso derivate da stampi ed ispirate a modelli in metallo e in vetro, influenzate dal Manierismo. Invece, i decori erano molto più sobri e stilizzati di quelli rinascimentali. Un’ulteriore caratteristica distintiva dei “bianchi” era data da una tavolozza limitata, con ornati generalmente eseguiti usando non più di tre colori, soprattutto il giallo, il blu e l’ocra.
Il primo studioso che utilizzò il termine “compendiario” per indicare un particolare stile della maiolica fu Gaetano Ballardini, che si avvalse di un termine usato dagli archeologi per definire un tipo di pittura della Roma imperiale. Lo stile pittorico “compendiario” è uno stile riassuntivo, tecnicamente eseguito con rapide pennellate che portano a raffigurazioni essenziali e stilizzate.
La mostra intende rappresentare le tappe e le ragioni del successo dei “bianchi” attraverso l’esposizione di circa 130 maioliche realizzate nelle diverse aree di produzione italiane.
Il percorso espositivo si articola in una sezione introduttiva sul compendiario e sulla rivoluzionaria produzione dei “bianchi” e in successive sezioni organizzate per aree geografiche di produzione, a partire da quella che è dedicata al territorio dell’Emilia Romagna su cui insiste Faenza, che costituisce il primo e il più antico centro di produzione dei “bianchi” di stile compendiario.
Accanto a opere di celebri botteghe e maestri, sono esposti lavori meno noti, ma utili a documentare la capillare diffusione dei “bianchi” in tutta Italia.
La mostra è promossa, ideata e prodotta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno. Alla sua realizzazione partecipano la Regione Marche, la Provincia e il Comune di Ascoli Piceno, con la collaborazione dei Musei Civici di Ascoli Piceno. L’evento si avvale di un ampio e prestigioso comitato scientifico composto dai maggiori studiosi della materia. Il coordinamento organizzativo è stato affidato a Civita.
L’esposizione si sposterà dal 23 aprile al 22 agosto 2010 (prorogata fino al 19 settembre 2010) a Faenza al Museo Internazionale delle Ceramiche e dal 5 ottobre 2010 al 16 gennaio 2011 a Roma nei Musei Capitolini.