A Cassero di Montevarchi, in provincia di Arezzo, dal 16 maggio 2010 è aperto un nuovo Museo-Centro di documentazione, il Cassero per la Scultura, diretto dal professor Alfonso Panzetta.
Il nuovo spazio espositivo presenta centinaia di sculture, opere nate tra Ottocento e Novecento, bronzi, legni, gessi, terrecotte, ceramiche, marmi, collocate su mensole rosso mattone su sfondo azzurro, a suggerire scenografie modernissime che si coniugano perfettamente con le pietre delle strutture antiche. Oppure istallate nello statuario al pianoterra, a guardare, ed essere ammirate, di là dalle ampie superfici di vetro che aprono il Cassero verso la grande piazza.
Un luogo per imparare a guardare la scultura e un centro dove scoprire, conoscere, documentare e comunicare la scultura italiana degli ultimi due secoli.
Al momento la collezione permanente, interamente restaurata, consta di oltre mezzo migliaio di opere tra bronzi, marmi, gessi, terrecotte e disegni, di artisti toscani e italiani, giunte a Montevarchi grazie a donazioni di privati.
In sale dedicate, il visitatore può così ammirare le creazioni di maggior rilievo di artisti come Michelangelo Monti, Timo Bortolotti, Arturo Stagliano, Alberto Giacomasso, Mentore Maltoni, Valmore Gemignani, Firenze Poggi e Donatella (Dodi) Bortolotti. Oggi tutte patrimonio dell’istituzione aretina. E con esse le sculture dei montevarchini Pietro Guerri, Elio Galassi e Ernesto Galeffi, già di proprietà comunale.
Ma il Cassero per la Scultura è anche un fondamentale centro di documentazione. In locali accessibili agli esperti accoglie, infatti, un considerevole numero di documenti originali, fotografie d’epoca e rassegne stampa, cataloghi d’arte. Un cuore archivistico che si sta allargando grazie a continue donazioni e acquisizioni.