Edito dalla Bollati Boringhieri, dall’11 novembre 2010 sarà disponibile nelle librerie italiane Il libro rosso di Jung, un’opera tanto temeraria e preziosa che solo oggi, grazie agli sforzi inesausti di Sonu Shamadasani, traduttore principale e autore del ponderoso saggio introduttivo, questo testo straordinario esce dal caveau della banca svizzera in cui era conservato e vede la luce a ottant’anni dalla sua conclusione e a mezzo secolo dalla morte del suo autore.
Il Libro rosso è, a tutti gli effetti, il libro segreto di Jung. Non solo, in quanto scrigno privato di un’anima che lì si cela nella sua nudità, e che un comprensibile pudore ha inteso proteggere da sguardi curiosi. Esso è segreto anche, e soprattutto, in un senso più profondo e sconvolgente, in quanto riproduzione simbolica di un universo altro, rappresentazione di un significato esistenziale che è e deve rimanere ignoto: «È importante – scrive Jung – avere un segreto, una premonizione di cose sconosciute. L’uomo deve sentire che vive in un mondo che, per certi aspetti, è misterioso; che in esso avvengono e si sperimentano cose che restano inesplicabili. Solo allora la vita è completa».
Con il suo tesoro di esperienze iniziatiche e meditazioni sapienziali e con il suo corredo di immagini fantasmagoriche e virtuosismi calligrafici, Il libro rosso si situa dunque al centro di una straordinaria sperimentazione artistica e psicologica. Esso innova la tradizione del manoscritto miniato medievale, riprendendone tecniche scrittorie, schemi di impaginazione e moduli di decorazione pittorica e ornamentale.