Tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento nasce una forma letteraria nuova che si impone come il canone contemporaneo: il romanzo. La sua invenzione coincide con il passaggio dalla lettura orale e collettiva a quella silenziosa e individuale. E trasforma il nostro modo di pensare la realtà: da quel momento il racconto diventa lo stesso universo mentale degli uomini occidentali. La storia di una trasformazione essenziale per la nostra civiltà che coinvolge tutti i lettori di romanzi ma non solo.
Rosamaria Loretelli è professore ordinario di Letteratura inglese presso l’Università Federico II di Napoli e presidente della Società italiana di Studi sul Secolo Diciottesimo e del Comitato italo-britannico per il programma di convegni bilaterali e pubblicazioni sul Settecento. È autrice, tra l’altro, di: La galassia della parola. Introduzione a Walter Ong in Oralità e scrittura (Il Mulino 1986); Storie di vagabondi. Dai libri del picaro ai romanzi del Settecento (Torino 1992); Il delitto narrato al popolo. Immagini di giustizia e stereotipi di criminalità in età moderna (Sellerio 1999); La riflessione sul romanzo nell’Europa del Settecento (Franco Angeli 2005); Britain and Italy in the Long Eighteenth Century. Literary and Art Theories (curato con Frank O’Gorman, Cambridge 2010).
Scheda libro
Autore: Rosamaria Loretelli
Titolo: L’invenzione del romanzo. Dall’oralità alla lettura silenziosa
Editore: Laterza
Collana: Storia e Società
Prezzo: € 20,00
Pagine: 272
Anno: 2010