Palazzo Magnani di Reggio Emilia ospita dal 5 marzo all’ 1 maggio 2011 la mostra “Giorgio de Chirico. Dipinti 1910-1970. Un maestoso silenzio“, a cura di Roberto Alberton e Silvia Pegoraro. In esposizione 80 opere – circa sessanta dipinti e una ventina tra disegni, acquerelli e inchiostri – realizzate nella prima metà del Novecento da uno dei maestri assoluti dell’arte contemporanea.
La mostra prende avvio dagli anni Dieci del XX secolo, con capolavori quali La grande Tour del 1915, Enigma della partenza del 1914, Tempio di Apollo a Delfi del 1909-1910. In quegli anni, l’artista inseguiva un nuovo linguaggio che si differenziasse dagli stilemi impressionisti o dalle nuove ricerche cubiste e futuriste, e che lo portasse a una originale rappresentazione e a sintetizzare le suggestioni provenienti dalla cultura classica della natia Grecia, e dalla scoperta del pensiero di Nietzsche e Schopenhauer. Nei suoi intenti c’era il rifiuto dell’antropomorfismo, che consisteva, come affermava lo stesso de Chirico, “nel sopprimere completamente l’uomo come punto di riferimento, come mezzo per esprimere un simbolo, una sensazione o un pensiero”, che ha guidato l’arte fino agli inizi del XX secolo. Infatti, de Chirico pone l’uomo, non come forma, al centro dei propri lavori. A lui preme rappresentare quelle sensazioni interiori che sono la linfa vitale dell’animo umano.
Dal palcoscenico delle sue piazze de Chirico prende oggetti reali, togliendo loro ogni funzione reale; struttura così un nuovo linguaggio, ovvero la Metafisica, che ha sì dato avvio al Surrealismo e ai suoi sviluppi, ma che si pone anche alla base di molte ricerche contemporanee.
De Chirico amplia la propria indagine metafisica negli anni Venti e Trenta, mutando totalmente l’iconografia classica delle piazze, per giungere a felici invenzioni quali gli Archeologi, i Gladiatori, i Mobili nella valle o i Bagni misteriosi. Il percorso espositivo darà conto di questa evoluzione attraverso un nucleo di opere di questo periodo, come una Figura femminile del 1922, Ricordo metafisico delle rocce di Orvieto sempre del 1922, Interno metafisico del 1925, Mobili nella valle del 1927, oltre a Cavalli sulla Spiaggia del 1928, Gladiatori (La Lutte), Bagnante e Nudo seduto del 1929, Cavalli in riva al mare e Vita silente del 1930, L’enigma del ritorno del 1938, e si chiuderà con alcune opere particolarmente significative degli anni ’40 e ’50.
La mostra, accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale, è organizzata dalla Fondazione Palazzo Magnani e da Tadino Arte Contemporanea con il Patrocinio dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna.