Alle Officine Grandi Riparazioni di Torino dal 17 marzo al 20 novembre 2011 rimarrà aperta al pubblico la mostra “Fare gli Italiani. 150 anni di storia nazionale“. L’esposizione, che offre uno sguardo sul lungo processo di formazione della nostra identità nazionale, rientra in Esperienza Italia 150, il grande calendario di appuntamenti che Torino e il Piemonte offrono al Paese per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia.
La mostra è una grande narrazione che parla i linguaggi tipici di ogni epoca: la pittura e la scultura, la carta stampata, la fotografia, la voce della radio, le immagini del cinema e della televisione, fino alle più recenti comunicazioni in rete.
Prende la forma di un territorio da esplorare fatto di molteplici percorsi possibili, come molteplici furono le idee e i centri politici del Risorgimento – da Torino a Palermo, da Napoli a Milano – e come molteplici furono le diverse fisionomie culturali di coloro che pensarono e si adoperarono per l’Unità nazionale: Cavour e Vittorio Emanuele II, ma anche Cattaneo, Mazzini, Garibaldi, Gioberti e D’Azeglio, insieme a tanti altri.
Il percorso espositivo di Fare gli Italiani si sviluppa su due livelli complementari, uno posto a terra, l’altro in altezza.
Il primo, la corrente, è un filo cronologico che ci accompagna lungo tutta la visita: seguendo la successione delle date, vengono ripercorsi tutti gli avvenimenti che hanno segnato il nostro essere italiani. Dalla politica all’economia, dalla cultura alla scienza, senza tralasciare le grandi imprese sportive.
Ma il cuore della mostra è costituito dalle isole tematiche che hanno il compito di esprimere e di indicare quali sono stati i fenomeni che maggiormente hanno influito sul profilo degli Italiani.
Attraverso i fondali dei teatri d’opera, simbolo del melodramma che fu uno dei linguaggi prevalenti nell’Ottocento, si apre un vero e proprio paesaggio dell’Italia preunitaria, premessa di ogni tappa successiva.
Un percorso che ha il passo solenne di una “processione” o il ritmo sognante di un viaggio in treno, passando attraverso il cigolio degli ingranaggi di una fabbrica, il vociare di un’aula scolastica, il clamore di una manifestazione. Vi sono, infatti, isole tematiche dedicate alla Scuola, alla Chiesa, ai Mezzi di trasporto, alle Fabbriche, alla Partecipazione politica.
Non manca una riflessione sulle Migrazioni: sul nostro presente di paese che ospita, ma soprattutto sul nostro passato che ha visto uomini e donne lasciare il territorio nazionale, oppure spostarsi dal Sud al Nord, dall’ Est all’Ovest, nel contesto di un continuo cambiamento economico del Paese.
Sono guardati con attenzione i diversi luoghi che hanno portato masse di italiani ad incontrarsi: le grandi fabbriche che hanno avvicinato milioni di persone, le trincee della Prima Guerra mondiale; le Campagne, un universo fatto di chiaroscuri, vitale ed arretrato al tempo stesso; i Mezzi di comunicazione di massa e i fenomeni dell’unificazione linguistica e culturale; l’esplosione dei Consumi.
Ma non sono trascurati gli aspetti più ambigui della nostra storia: le tragiche vicende della Seconda Guerra mondiale; o il dramma della criminalità organizzata.
Rimarranno negli occhi molte immagini della nostra identità e della nostra storia ma anche una fotografia dell’Italia odierna: dell’agricoltura specializzata e della rete di piccole e medie imprese; l’Italia multiculturale; ma anche l’Italia delle Forze Armate impiegate in missioni di pace; l’Italia del volontariato e della Protezione civile a soccorso delle vittime di tutte le catastrofi naturali.
Fare gli Italiani è realizzata dal Comitato Italia 150 e dalla Città di Torino, ed è curata da Walter Barberis e Giovanni De Luna, con la direzione artistica di Paolo Rosa.
Articoli correlati:
Torino – Palazzo Carignano. Gli appartamenti barocchi e la pittura del Legnanino