Si tiene a Milano, a Palazzo Reale, dal 2 marzo al 19 giugno 2011, la mostra “Impressionisti. Capolavori della Collezione Clark”. In esposizione 73 opere dei grandi maestri francesi dell’Ottocento provenienti dallo Sterling and Francine Clark Art Institute (Stati Uniti). Si possono ammirare capolavori di Renoir, Monet, Degas, Manet, Morisot e Pissarro, dei pittori barbizonniers quali Jean-Baptiste-Camille Corot, Jean-François Millet e Theodore Rousseau, dei maggiori pittori accademici del tempo come William-Adolphe Bouguereau, Jean-Léon Gérôme e Alfred Stevens, e di post-impressionisti quali Pierre Bonnard, Paul Gauguin e Henri de Toulouse-Lautrec. I coniugi Clark, infatti, non solo hanno costruito una collezione di dipinti impressionisti, ma hanno altresì allargato il campo ai precursori, agli sviluppi e al seguito del movimento impressionista, lungo l’arco di tre generazioni di artisti tra il 1830 e il 1900. Per questo, accanto e intorno alle opere degli Impressionisti si trovano dipinti degli artisti che hanno costituito le premesse immediate per la nascita della nuova pittura “indipendente”; non mancano i rivali (come gli esponenti della tradizione accademica) e gli artisti che, alla fine del XIX secolo, hanno proposto nuovi scenari e soluzioni originali.
La mostra, curata da Richard Rand, è articolata in dieci sezioni incentrate sui temi fondamentali che testimoniano le innovazioni stilistiche e tecniche della seconda metà dell’Ottocento.
Il percorso si apre con un nucleo di dipinti strettamente legati alla nascita dell’Impressionismo. Impressione è il titolo del primo capitolo introduttivo, dove si propone un confronto serrato e ad altissimo livello tra i paesaggi di Monet, Pissarro e Sisley, i fiori di Manet, Renoir e della Morisot, e i volti evocati da Renoir: tutte opere che aiutano a comprendere le caratteristiche dello stile, della tecnica e della poesia impressionista.
La seconda sezione è dedicata alla Luce, “materia” fondamentale per la pittura impressionista, e protagonista assoluta dell’immagine di Parigi (non a caso ribattezzata la “Ville Lumiére”). La luce della pittura en plein air risplende soprattutto sui paesaggi (ed ecco le opere di Monet, Pissarro e lo straordinario Tramonto, 1879 o 1881, di Renoir), ma viene interpretata con estrema sensibilità anche nelle “nature morte”, in questo caso da Sisley e da Renoir.
Natura, Mare, Città e campagna sono le sezioni centrali della mostra e sono strettamente concatenate fra loro; in tutte queste sezioni i dipinti impressionisti sono messi a confronto con opere appartenenti ad altri movimenti artistici.
Nella sezione dedicata alla Natura, si può comprendere come l’eleganza di Corot e le ricerche di Theodore Rousseau costituiscano una premessa importante per gli esiti di Monet, mentre lo splendido angolo della Senna ad Argenteuil (1892 circa), dipinto da Caillebotte, costituisce un raffinato caso di sviluppo post-impressionista.
Le splendide marine di Jongkind e Boudin offrono un punto di confronto diretto con due capolavori di Monet ispirati alle coste della Normandia, mentre nella sezione dedicata al dialogo tra città e campagna sarà una sorpresa incontrare una fremente scena parigina, Attraversando la strada (1873 -1875) di Boldini.
Una sezione di grande importanza è quella dedicata ai Viaggi dei pittori. È questa la sezione più “italiana”: città e paesaggi del nostro Paese vengono ammirati da Corot (Castel Sant’Angelo, Roma, 1835 -1840, e Bagnanti delle Isole Borromeo, 1865 – 1870, sul Lago Maggiore) e da Renoir (Venezia, Palazzo Ducale e La baia di Napoli, sera del 1881); non mancano temi orientali, come la scena egiziana descritta da Gerôme.
Da questa sezione si passa a quella dedicata alla Società. Ecco la Pastorella: pianura di Barbizon, prima del 1862, di Millet accanto alla giovane viaggiatrice Louise Harduin (1831) di Corot; l’animazione de Il Porto di Rouen: scarico di legname (1898) osservata da Pissarro accanto al tranquillo Interno ad Arcachon (1871) di Manet; le eleganti dame di Stevens e di Boldini accanto alla prostituta in Attesa (1888 c.) dei clienti di Toulouse-Lautrec.
La sezione successiva è dedicata al Corpo. Il Mercato di schiavi (1866) di Gerôme propone una esotica sensualità e apre la riflessione sul soggetto più “classico” dell’arte: l’immagine del corpo umano. Tra l’accademica perfezione di Bouguereau e la rigogliosa sontuosità della Bagnante bionda (1881) di Renoir, Berthe Morisot inserisce un tocco prezioso di sensibilità femminile.
Dal “corpo” si passa ai Volti di personaggi, e dietro a ogni volto c’è una storia. Ad alcuni autoritratti (Degas, Renoir) si associano personaggi di diverso genere, da Il Giardiniere dell’artista (1893) di Carolus-Durand alla Ragazza che lavora all’uncinetto (1875 c.) di Renoir, il primo quadro acquistato dai coniugi Clark, fino alla Carmen (1884) ritratta da Toulouse-Lautrec.
La mostra si conclude con un capitolo dedicato ai Piaceri. Il primo, e forse il più importante, è sottinteso: il piacere del collezionismo, da parte di Sterling e Francine Clark, evocato dal dipinto di Daumier con i Collezionisti di stampe (1860 – 1863 c.), coniugato con il piacere di condividere con il pubblico i capolavori del loro museo. In questa sezione conclusiva incontriamo i gusti raffinati di Degas, che prediligeva le corse ippiche a Longchamp e le ballerine dell’Opéra, con il profumo dei fiori (e delle fanciulle che li accompagnano) di Tissot e di Renoir; il brivido esotico evocato da Gerôme e l’intima gioia che ci può dare un cagnolino descritta da Bonnard.
Accompagna la mostra un catalogo illustrato pubblicato dalla Clark con Skira.
L’evento è promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, gode del patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed è organizzato dallo Sterling and Francine Clark Art Institute, insieme a Palazzo Reale e Arthemisia Group.
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