Dopo Bologna, la mostra “Happy Tech. Macchine dal volto umano“, viene ospitata dalla Triennale Bovisa di Milano dal 22 febbraio al 31 marzo 2011, arricchita da una sezione introduttiva dedicata ai precursori/visionari Bruno Munari, Piero Fogliati, Nam June Paik e John Godfrey, artisti che nei decenni passati intuirono le potenzialità rivoluzionarie delle nuove tecnologie ma anche la necessità di non farsi sovrastare, intrattenendo con esse un rapporto giocoso, umanizzato, aperto all’utopia.
L’esposizione si propone di esplorare il lato positivo del rapporto uomo-tecnologia attraverso le opere di artisti di fama internazionale come Tony Cragg, Cao Fei, Martino Gamper, Rainer Ganahl, Candida Höfer, Alfredo Jaar, Thorsten Kirchhoff, Armin Linke, Vik Muniz, Mark Napier, Tony Oursler, Pipilotti Rist, Thomas Ruff, Tom Sachs, Bill Viola. Si tratta di opere ispirate a tecnologie “a misura d’uomo”, ovvero che estendono la nostra natura, permettono, abilitano, sviluppano e potenziano le caratteristiche, le capacità e le ispirazioni umane migliori.
A ciascuna opera d’arte viene affiancato un exhibit scientifico che consente di conoscere e provare una tecnologia legata al tema dell’opera. L’idea è quella di offrire la possibilità di guardare alla relazione uomo-tecnologia da due punti di vista, quello dell’arte e quello della scienza, insieme.