Al Museo Diocesano di Milano dall’11 marzo al 3 luglio 2011 è allestita la mostra “Gli occhi di Caravaggio. Gli anni della formazione tra Venezia e Milano“, a cura di Vittorio Sgarbi.
In esposizione circa sessanta capolavori di Giorgione, Tiziano, Tintoretto, Lorenzo Lotto, Jacopo da Bassano, Moretto da Brescia, Giovan Battista Moroni, Gerolamo Savoldo, Vincenzo e Antonio Campi, Giovanni Ambrogio Figino e Simone Peterzano e di molti altri ancora che documentano il delinearsi di un nuovo gusto e di una nuova concezione della figura, nel suo rapporto con lo spazio e con la luce, fondamentale per la crescita del giovane Merisi.
In mostra un’opera altamente significativa del Caravaggio, la cosiddetta “Murtola”, ossia la prima versione della celeberrima “Medusa” degli Uffizi. Quest’opera, conservata da sempre in collezione privata, fu realizzata dal Caravaggio nel 1596 e può essere considerata come emblema della formazione giovanile dell’artista, in particolare per il disegno preliminare, messo in evidenza dalle precisissime indagini diagnostiche che sono state eseguite sull’opera di recente. Le stesse indagini consentono di datare la “rotella” tra il 1596 e il 1597, anni in cui Caravaggio si trasferisce a Roma e quindi, idealmente, la Medusa Murtola chiude il ciclo lombardo e apre quello romano, quando, come ricorda Vittorio Sgarbi, «lui improvvisamente sconvolge tutto al punto tale che il boato della sua rivoluzione arriva in tutta Europa e non c’è un solo grande pittore che non arrivi dalla Francia, dalla Spagna, dalla Germania, dai paesi bassi per vedere quello che ha fatto Caravaggio».
Altro capolavoro di Caravaggio esposto è la “Flagellazione di Cristo”, proveniente dal Museo di Capodimonte (Napoli), per la prima volta a Milano dopo la celebre mostra del 1951.
L’esposizione è divisa in sei sezioni: Venezia: Giorgione, Tiziano, Tintoretto, Bassano; Cremona: Giulio Campi Bartolomeo Passerotti Bernardino e Antonio Campi Luca Cattapane; Brescia: Moretto da Brescia e Gerolamo Savoldo; Bergamo: Giovan Battista Moroni e Paolo Cavagna; Milano e Caravaggio.
La mostra presenta, inoltre, i documenti del periodo lombardo di Caravaggio; è possibile, infatti, leggere e ritrovare il nome di Michelangelo Merisi nelle carte eccezionalmente prestate dall’Archivio di Stato di Milano, che tanta importanza hanno nella definizione della biografia del pittore.
Accompagna l’esposizione un catalogo di Silvana Editoriale.