Quarto lungometraggio di Benoit Delépine e Gustave Kevern, Mammuth è un road movie calato lungo le strade dipartimentali della Francia profonda (la Charente Maritime) a discoprire un paesaggio umano sinistrato, segnato da un profondo malessere sociale (la logica affaristica che domina ormai sui rapporti personali; la perdita definitiva della solidarietà di classe; il ripudio dell’etica del lavoro…).
Il racconto esibisce un respiro svagato e frammentato, punteggiato da una serie di incontri bizzarri con una fauna di figure eccentriche, talora appena abbozzate, ma che conservano sempre tratti decisamente caricaturali e grotteschi (il becchino canterino; la giovane avventuriera che finge d’essere menomata per depredare le sue vittime; il tipo che, armato di metal detector, cerca le monete smarrite dai bagnanti sulla spiaggia…).
La struttura del film – rapida, abbreviata, nervosa, e volutamente sciatta nell’uso di una fotografia sgranatissima – privilegia un taglio beffardo e, facendo propria la lezione dell’amato Kaurismaki – ma vario e stravagante è il gioco delle referenze cinematografiche che spazia dal Bertolucci di Novecento al Téchiné di Barocco, passando per I santissimi di Blier, Easy Rider di Hopper, The Wrestler di Aronofsky –, imbastisce un meccanismo comico dissonante in cui situazioni improntate a un umorismo nerissimo sono investite da una girandola di sfaccettate arguzie e gag deliranti, perfidamente surreali.
Su tutto domina il corpo massiccio e impacciato di Serge, a cui la recitazione di Gérard Depardieu conferisce una sorta di stupore attonito, di raggelata, amarissima malinconia. Ossessionato dal fantasma di un amore giovanile spezzato da un tragico incidente stradale (il viaggio del protagonista è anche un viaggio nella propria memoria), Serge può apparire, di primo acchito, un sempliciotto, un goffo tontolone in perenne litigio con gli oggetti (la gag del carrello della spesa incastrato tra due automobili). Al tempo stesso, egli si rivela per un puro di cuore incapace di sostenere il confronto con una società spietata e immorale, un povero diavolo alla deriva che, in un mondo in cui dominano prevaricazione, sfruttamento e violenza, è costretto fatalmente dalla propria stessa istintiva mitezza a farsi vittima predestinata, agnello sacrificale.
A salvarlo dalla rovina sarà solo l’affetto di alcune figure femminili (la moglie Catherine, premurosa e materna; la donna amata in gioventù, che ora veglia su di lui come un angelo tutelare; la nipote artista lunare e naif, teneramente squinternata). Perché l’amore sincero tra i puri di cuore – proprio questo intendono suggerire Delépine e Kevern agli spettatori del film – rimane l’unico sicuro rifugio capace di sottrarci agli orrori della società contemporanea e di impedirci di precipitare nella disperazione.
Nicola Rossello
Scheda film
Titolo: Mammuth
Regia: Benoît Delépine e Gustave Kervern
Cast: Gérard Depardieu, Yolande Moreau, Isabelle Adjani, Benoît Poelvoorde, Miss Ming, Philippe Nahon, Bouli Lanners, Anna Mouglalis, Albert Delpy
Durata: 89 minuti
Genere: Commedia
Distribuzione: Fandango
Data di uscita in Italia: 29/10/2010