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Recensione | Il gioiellino – Film di Andrea Molaioli

Locandina del film Il gioiellino

La pellicola descrive le vicissitudini di un’azienda di provincia a conduzione familiare che, trovandosi a corto di liquidità, decide di trasformarsi in finanziaria e di avventurarsi in una serie di operazioni arrischiate (acquisizioni di imprese in difficoltà economiche, inserimento nel mercato straniero), facendo sovrastimare le proprie azioni. Si giungerà alla falsificazione dei bilanci, alla bancarotta, e al conseguente intervento dell’autorità giudiziaria.

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Al di là dei cambiamenti dei nomi e dei luoghi (Parma che diventa qui Acqui Terme), il caso Parmalat assume ne Il gioiellino le sembianze di una vicenda esemplare del liberismo selvaggio all’italiana. E tuttavia il secondo lungometraggio di Andrea Molaioli non è un’opera di denuncia, un film ideologico. Non aspira a essere una ricostruzione scrupolosa o un mero resoconto di un fatto di cronaca. La pellicola ambisce piuttosto a una certa amplificazione della materia, trasformando quegli eventi sul piano di una riflessione lucida e amara su certa borghesia imprenditoriale dei nostri giorni.

Ecco perché la narrazione si focalizza sui personaggi. Rastelli, Botta e compagni si rivelano figure  mediocri e meschine. Non già degli eroi tragici sul modello degli squali di Wall Street celebrati da Oliver Stone, bensì degli individui di fragile statura morale, incapaci di interrogarsi sul peso delle proprie responsabilità e di cogliere le conseguenze delle loro malefatte (le stesse che manderanno in rovina migliaia di piccoli risparmiatori).

Su questo raggelante panorama di torpore morale Molaioli ha saputo gettare uno sguardo tagliente, che ricusa di demonizzare i protagonisti del racconto, ma sa tenersi ben lontano da ogni complice indulgenza, negandosi ai toni accomodanti di tanta commedia all’italiana.

Il film soffre di qualche scompenso recitativo. Se Remo Girone è eccellente nell’offrire le sfumature dell’ambiguità al personaggio untuoso di Amanzio Rastelli, meno convincente ci è parsa l’interpretazione di Toni Servillo. Il quale ha il torto di eccedere talora nella caricatura quando, come in questa occasione, gli viene richiesto di accentuare le corde del grottesco (che mal si addicono, forse, a una figura inquietante come quella del ragionier Botta, un moderno “principe” della finanza, diviso tra etica aziendale “machiavellica” e cinico pragmatismo).

Molaioli ha potuto contare su un impianto di solida scrittura, che conserva però qualcosa di irrisolto in talune figure di contorno come in certi episodi marginali (si pensi alla trasferta americana dove i modi del racconto si fanno stonati e inverosimili).

Nicola Rossello

Scheda film

Titolo: Il gioiellino
Regia: Andrea Molaioli
Cast: Toni Servillo, Remo Girone, Sarah Felberbaum
Durata: 110 minuti
Genere: Drammatico
Distribuzione: BIM
Data di uscita: 4 marzo 2011

 

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