2 agosto 2008. Undici alpinisti di diverse spedizioni muoiono nel giro di qualche ora mentre stanno scalando il K2. È il secondo picco per altezza (l’Everest lo supera di 239 metri), ma è il più ripido, quello con le condizioni meteorologiche più imprevedibili e, soprattutto, quello che non lascia scampo: se qualcosa va storto, non c’è mai via d’uscita. No Way Down racconta quella giornata memorabile trasformando una storia vera in un thriller mozzafiato e pieno di colpi di scena. L’inchiesta giornalistica rigorosissima che sta alla base del libro, condotta dall’inviato del “New York Times”, ricostruisce con diabolica precisione gesta, dialoghi, errori mortali, atti di eroismo e di pura follia degli alpinisti incamminati verso la vetta. Bowley mette in evidenza le sfortunate coincidenze e gli sbagli marchiani che hanno condotto all’inevitabile, disastroso epilogo di quella che è passata alla storia come la più grande tragedia nella storia dell’alpinismo. Eppure, anche dalla lettura di No Way Down, così come da quella di Aria sottile di Krakauer o di È la montagna che chiama, emerge chiarissima l’irresistibile attrazione che ha portato e porterà altri alpinisti a cercare di aprire le porte ghiacciate del cielo. Anche a rischio della morte.
Graham Bowley, giornalista, è un inviato del “New York Times”.
Scheda libro
Autore: Graham Bowley
Titolo: No way down
Editore: Mondadori
Collana: Ingrandimenti
Prezzo: € 19,00
Pagine: 288
Anno: 2011