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Il giardino di Dida di Anna Maria Elisabetta Algieri. Autobiografia e fantasia

Il giardino di Dida di Anna Maria Elisabetta Algieri - Copertina del libroAletti editore ha pubblicato recentemente (giugno 2011), nella collana “Gli Emersi – Narrativa”, un’opera interessante di una scrittrice calabrese. Si tratta di sette racconti dal titolo Il giardino di Dida (Le sette fantasie) di Anna Maria Elisabetta Algieri.
L’autrice, che ha già al suo attivo sei volumi di poesie ed è impegnata nella fotografia e nel sociale, nasce, cresce e vive ad Acri (CS), in via Vincenzo Julia (primo autore di una letteratura del romanticismo calabrese degna di rispetto), non lontano dalla casa di quel grande predicatore che fu Lucantonio Falcone (il Beato Angelo), di Vincenzo Padula, letterato insigne e giornalista, fondatore de “Il Bruzio”, di Francesco Maria Greco, venerabile benefattore, fondatore insieme con Maria Teresa De Vincenti dell’ordine delle Suore Piccole Operaie dei Sacri Cuori, e di Giovan Battista Falcone, giovane patriota martire a Sapri per l’Unità d’Italia.

Finora si è posta principalmente come poetessa, ora tenta però la strada di un’altra forma espressiva, il racconto, e lo fa mescolando realtà e fantasia, autobiografia e favola, tuffandosi e facendoci tuffare, attraverso una lettura accattivante, in un’atmosfera da romanzo paranormale che ci richiama in particolare il romanzo Destiny di Maggie Stiefvater, stranamente con affinità anche nella copertina, almeno quella della recente edizione italiana (Fanucci, Roma luglio 2011).

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Il libro arriva al pubblico solo adesso, ma era stato completato già verso la fine del 1998, quando a chi scrive queste riflessioni ne fu richiesta la presentazione che sarà successivamente completata in data 2 febbraio 1999. L’opera  ha subìto quindi 13 anni di ibernazione e non presenta oggi nessun ritocco, non vi è stata spostata o modificata, come si suole dire, nemmeno una virgola. La stessa cosa si può dire della mia presentazione, alla quale rimandiamo e le cui idee portanti oggi vedo con piacere essenzialmente condivise da quanti stanno recensendo questo libro, che non è comunque da considerare come l’ultimo prodotto creativo di Anna Algieri, ma il quinto e in particolare il primo di narrativa. Ricordiamo, infatti, che dei sette volumi pubblicati precedentemente, per lo più di poesia, quattro appaiono prima del 1999 (e sono L’illusa speranza, Lo Faro, Roma 1982, Guscio di sogni, Ursini, Catanzaro 1986, Ricordi, Tipolito Jonica, Trebisacce 1993, Oasi, La Grafica Meridionale, Montalto Uffugo 1997) e tre usciranno dopo quell’anno (Lettera di Natale ai miei genitori, Graphisud, Acri 2003, Rime d‘amore. Rimes d’amour, Legenda, Cosenza 2006, Voce dell’anima, Aletti, Villalba di Guidonia -RM- 2008).

Le riflessioni qui contenute non ripetono quanto detto nella mia presentazione che è di ben sei pagine su un totale di 25 di racconto più 7 di illustrazioni contenute nel volume, ma vogliono arricchire quel discorso.
La prima domanda da porsi è: perché la pubblicazione de Il giardino di Dida subisce 13 anni di rinvio, e si dà invece precedenza a volumi di poesie composti successivamente? Tale operazione ci spinge ad  escludere una difficoltà di natura economica e ci fa pensare invece o ad una scarsa stima, a suo tempo, da parte dell’autrice, della prosa in generale e/o della sua in particolare oppure ad una certa paura per l’impostazione data all’opera e/o per il contenuto a volte chiaramente autobiografico della stessa. Come che sia, resta il fatto che l’autrice, inviandomi il libro, fresco di stampa, appone sopra il suo frontespizio la seguente dedica: “Al Prof. Rinaldo Longo, che ha saputo interpretare e realizzare il mio sogno, grazie”. In questo ritengo vi sia un riferimento al contributo da me dato per l’inizio di un dibattito sereno e serio sui meriti dell’opera e sulle problematiche che richiama, privo di quell’incenso “amichevole”, fumoso e infecondo, che serve solo a destinare il libro esclusivamente alla cerchia di amici e conoscenti.
Ma vediamolo questo contenuto. I sette racconti de Il giardino di Dida possono essere considerati come capitoli di un unico componimento che può essere considerato come la storia e nello stesso tempo la favola di Anna Maria Algieri, perché in essi il confine tra la storia e la favola mi sembra molto debole. Riccioli d’oro (altrimenti nomata Dida o Marta o, aggiungiamo noi, Anna) cresce con le sue bambole accanto a mamma Rosa, che è una Mamma-bontà-carità-saggezza ed un papà molto premuroso. Nel tempo sperimenterà che arriva il momento dello smarrimento quando qualcuno o qualcosa ci annulla, ci rapisce, ci segna, seminando paura , tristezza e sensi di colpa, e questo può succedere anche quando avvertiamo di essere schiavi di un amore terreno. È lo smarrimento che acceca ma sta a noi  soffrire alla mercè di sensi di colpa o cercare di vincerlo grazie alla innocenza, alla fede e alla preghiera.

Il libro non ha grandi pretese dal punto di vista stilistico però presenta una sorta di eclettismo di elementi ben assortiti che intriga. Ad un linguista, per esempio, non sfugge l’etimologia di Dida. La sua radice deriva dall’indoeuropeo *dhē-, che vale chi pone, ma anche che pone, e, se facciamo riferimento al tema di didasco, vale chi insegna o che insegna. Nella parola Dida si legano i significati di offrire e prendere, dare e prendere (cfr. le voci *dhē- e dā- in Emile Benveniste, Il vocabolario delle istituzioni indoeuropee, Einaudi, 1976 Torino; 1° ed. Les Editions de Minuit, Paris 1969).

La semplicità e la bravura con cui l’autrice riesce a mettere a nudo il suo cuore e a mescolare autobiografia e fantasia, hanno prodotto una favola accattivante per adulti, alla quale fanno adeguato riferimento le illustrazioni inserite nel libro.

Anna Maria Algieri ha certamente realizzato un lavoro che, in linea con la sua attività poetica, le ha permesso di sublimare le sue emozioni. Con quest’opera sembra dire ‘solo ora potete capirmi’ e, quel che è certo, attraverso gli avvenimenti da lei raccontati, ritenuti significativi nella formazione della sua personalità, offre una chiave di lettura a tutta la sua produzione poetica.

Rinaldo Longo

Scheda libro

Autore:
Algieri Anna Maria Elisabetta
Titolo: Il giardino di Dida (Le sette fantasie)
Editore: Aletti
Collana: Gli emersi narrativa
Prezzo: € 12,00
Pagine: 48
Anno: 2011

Copertina libro
"Il bambino che rientra dalle vacanze. Infanzia e felicità" - Il nuovo libro di Raffaele Mantegazza
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MOSTRE

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Fondazione Roma Sapienza, “Arte in luce” X edizione

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