L’editore Luigi Pellegrini di Cosenza pubblica e diffonde nelle cartolerie e nelle tabaccherie delle cartoline (dodici soggetti), titolate “brevicartonline“, le cui foto, a colori, sono dovute all’artista Prof. Paolo Chiaselotti – by mediArte, che vogliono essere, per i soggetti scelti e per la tecnica applicata nella realizzazione, una presentazione inconsueta di San Marco Argentano sia per i suoi cittadini, che per chi viene a contatto con questa città (in particolare il turista) e per chi le riceverà con i saluti inviati da questa città “normanna” di Calabria. Tra i dodici soggetti, infatti, non troviamo le solite immagini come le cripte normanne (o forse bizantine?), la Torre Normanna (1048), l’Abbazia cistercense della Matina (già benedettina), il Loco Santo, che per tradizione ricorda il martirio di santa Dominata e dei figli Senatore, Viatore e Cassiodoro (i Martiri Argentanesi). Vengono presentati, invece i seguenti soggetti:
1 – Il settecentesco palazzo Cristofaro, in via XX Settembre, ora trasformato in un noto e lussuoso albergo, sottolineato dal primo piano di rami fioriti di una piantina e illuminato nella facciata principale. (Un esempio di nuova destinazione d’uso di un antico palazzo).
2 – Un solitario e ambiguo primo piano di un peso, in ottone lucidato, di stadera. Ambiguo perché, mancando segni di riferimento che ne segnalino la funzione, potrebbe essere anche un batacchio appeso al muro (diremmo “mandato in pensione”). (Un oggetto che attende una nuova destinazione d’uso).
3 – Piazza Duomo in una giornata nuvolosa. Sono visibili la nera sagoma della Cattedrale sulla sinistra e sulla destra un’altra sagoma che accorpa case, auto e alberi. Più luminosi sono il grigio lastricato e soprattutto le bianche nuvole.
4 – La penombra fredda di uno scorcio periferico innevato della città con alberi, alla quale fa da fondo luminoso la montagna e il cielo baciati dal sole.
5 – I colori caravaggeschi di uva e broccoli neri calabresi dentro cassette di legno. (Una valorizzazione di salutari prodotti del territorio)
6 – Il mattutino benefico profumo dello iodio regalato dall’esposizione di varie qualità di pesce in cassette di bianco polistirolo appena sistemate sul banco di vendita del pescivendolo. (Il mare è vicino. San Marco Argentano, città fra due mari).
7 – Un piccione che staziona al di sopra e in prossimità di una lesena retta da una delle tre teste di donna che, a mo’ di cariatidi adornano l’antica fontana detta di Santo Marco (o di Sichelgaita). (Storia e monumenti artistici).
8 – Un inconsueto panorama del medioevale centro storico di San Marco Argentano.
9 – La serena bellezza della verde e ordinata campagna coltivata di San Marco.
10 – Un verde pascolo con mucche al centro della scena e qualche batuffolo di bianche nubi viaggianti in un cielo blu.
11 – L’ occhio di bue con grata in ferro battuto di una finestrella ellittica di un antico edificio adornata da un primo piano di fiori dalle tenue tonalità di rosso.
1 2 – Parte di una bella lunetta in ferro battuto sovrastante un antico portone. (Storia e artigianato).
Nelle foto vi è assenza di figure umane, ma presenza dell’intervento dell’uomo sul paesaggio nel tempo, e lo fa spesso soffermandosi su scorci o particolari del tipo umanizzato, giocando molto con le inquadrature e con la luce, raggiungendo ottimi risultati per quanto riguarda la nitidezza delle immagini. Tutti i dettagli sono leggibili. Nei soggetti di ogni foto si legge la mano dell’uomo (artigiano, contadino, architetto). In ognuna egli trova la via più adatta per ottenere effetti chiaramente individuati.
Paolo Chiaselotti, il bravo professore di Educazione Artistica, l’artista che ha al suo attivo varie mostre di pittura, il conoscitore di informatica e della storia dei luoghi dove vive, il politico, ha le idee chiare. Egli, da artista, sa leggere e proporre in maniera stimolante l’ambiente umanizzato anche attraverso il mezzo fotografico. Con queste foto egli ci spinge ad una considerazione della fotografia come linguaggio e come autentica forma d’arte e vuole sottolineare come il fine documentaristico deve accoppiarsi con quello espressivo dell’arte fotografica.
Non sappiamo se Paolo Chiaselotti è titolare di una macchinetta fotografica costosa e tecnologicamente avanzata, come che sia, certo è che attraverso questo mezzo egli mette bene in mostra la sua creatività, egli sa far uscire la sua anima e imprimerla nella foto.
Egli sa che la prima regola è individuare il soggetto e che nell’inquadratura non vanno messi troppi particolari per evitare distrazioni dal soggetto principale e per non rendere caotica e disordinata la foto. Ottima regola questa per tutti noi che vivendo in una civiltà affogata di immagini spesso guardiamo senza vedere, senza meravigliarci, senza capire.
Certo ci troviamo di fronte ad un artista che ha una personale visione del mondo molto chiara e con queste foto dimostra ampiamente la voglia di dedicarsi principalmente all’aspetto personale nell’utilizzo dell’arte della fotografia, senza tralasciare la possibilità di riuscire a ricavarci qualcosa.
Coraggioso sicuramente l’editore Pellegrini che sposa un progetto che predilige principalmente la fotografia di ricerca, piuttosto che la fotografia editoriale, cioè quella che insegue quasi esclusivamente logiche di mercato.
Rinaldo Longo