Un comportamento difficilmente comprensibile quello di Giuda Iscariota. L’autore del saggio oggetto di questa recensione cerca di delineare la fisionomia di questo discepolo, traditore di Gesù, condannato senza appello fin dall’inizio dal mondo intero, attraverso la verifica e l’approfondimento di un’ipotesi, certamente non nuova, che tiene conto del contesto politico, religioso e sociale del particolarissimo momento storico in cui si verifica l’uccisione del figlio di Dio.
Chimenti è convinto che non fu la sete di danaro a dettare l’azione di Giuda, ma “la politica, analizzata in una chiave che rifiuta l’ortodossia cristiana e si discosta dai resoconti evangelici”. Non solo, ma aggiunge che le tante possibili domande e le altrettante plausibili risposte riguardo al più discusso e inspiegabile assassinio della storia, “anche a fronte di alcune difformità interpretative, lasciano intatto il significato e la finalità del progetto divino”.
Nel saggio, arricchito di una robusta bibliografia, vi sono pagine interessanti sul problema della veridicità dei Vangeli, sul quadro storico-politico della Giudea al tempo di Gesù e sul Vangelo di Giuda, ma soprattutto si possono leggere ottime considerazioni sull’inevitabilità della morte del Rabbi di Galilea, della sua morte come uomo e della sua Resurrezione come Dio, “il modo – dice l’autore – era un dettaglio tecnico” e aggiunge: “Con la sua morte il Cristo salvava il mondo e fondava una religione. E la Resurrezione era la condizione ineliminabile perché la religione del Rabbi di Galilea cominciasse” (p. 123).
La considerazione di Franco Chimenti sull’importanza fondamentale della Resurrezione ci spinge a due riflessioni, la prima sull’analogia tra quanto accadde ad Adamo (egli fu il primo nel Vecchio Testamento a prendere coscienza del peccato, dello scandalo) e quanto accadde a Giuda (egli fu il primo dell’era cristiana a prenderne profondamente coscienza), la seconda riflessione riguarda il fatto che il momento della Resurrezione fu preceduto nella storia del mondo occidentale, tra la fine del III sec. a. C. e gli inizi del II a. C., da un mutamento di grande portata nella capacità semantica della voce ‘superstitio’, “una specie di rivoluzione di contenuti, richiesta da un cambiamento di coscienza” , per cui ‘superstitio’ corrispondeva ormai al significato che noi diamo a superstizione e non più a quello originario di religione, mentre l’uso di ‘religio’ col significato odierno di religione soppiantò ‘superstitio’.
Rinaldo Longo
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Scheda libro
Autore: Franco Chimenti
Titolo: Giuda. Un caso politico
Editore: Albatros
Collana: Saggistica
Prezzo: € 12,00
Pagine: 130
Anno: 2010