È la storia di un incontro “impossibile” tra due individui (e due attori) tra loro assai diversi, due opposti radicali e complementari: Philippe, un signore bien élevé, colto, raffinato e ricchissimo (la sua famiglia appartiene alla borghesia francese d’alto rango), e Driss, un giovanottone di colore, appena uscito di galera, un tipo rozzo e ignorante (ma dotato del sano buon senso popolare). Due universi agli antipodi, in apparenza inconciliabili, ma che condividono il disagio della menomazione: un handicap fisico per Philippe, costretto su una sedia a rotelle in seguito a un incidente di parapendio; un handicap sociale per Driss, che vive una vita miserabile nella banlieue parigina con il magro sussidio di disoccupazione.
Ma ad accomunare i due personaggi è soprattutto il rifiuto del vittimismo e della commiserazione (di se stessi, prima ancora che degli altri). Philippe e Driss mostrano di possedere ironia, apertura mentale, forza d’animo: capacità che non consentono loro di piangersi addosso, o di versare lacrime di compassione per le pene altrui. Di qui l’intesa profonda che si crea sin da subito tra i due eroi, in mezzo allo sconcerto di tutti. Di qui quella strana amicizia, fondata sul superamento di pregiudizi, convenzioni e schemi preconcetti: un rapporto autentico che diventerà per entrambi occasione di crescita e di maturazione (al termine del loro percorso, sia Philippe che Driss avranno trasformato radicalmente la propria esistenza, e in meglio).
L’attitudine costante all’ironia e al riso dei due protagonisti traduce una tenace volontà di resistenza. I lazzi verbali e gli scherzi, spinti talora ai limiti della clownerie irridente e dissacrante, rispondono al desiderio dei personaggi di accettare la propria condizione di inadeguatezza senza soccombere alle lusinghe della disperazione.
Se il racconto è un inno alla vitalità liberatoria e salvifica del comico – un comico che giunge qui ad assumere le forme dell’irriverenza carnevalesca, scellerata e iconoclasta –, la pellicola, nel suo insieme, conserva un didascalismo ideologicamente orientato e addomesticato, utilizzato com’è per enunciare una tesi prestabilita. La messa in scena è diligente e giudiziosa, ma priva di forza. Olivier Nakache ed Eric Toledano hanno saputo prendere le distanze dal sentimentalismo lacrimoso, ma, fatalmente, non sempre sono riusciti a sottrarsi alle insidie della demagogia spicciola, all’incauta celebrazione dei buoni sentimenti, scivolando talora in quel vieto repertorio di cliché e luoghi comuni di cui, per contro, Philippe e Driss non cesseranno mai di farsi beffe.
Nicola Rossello
Scheda film
Titolo: Quasi amici
Regia: Olivier Nakache, Eric Toledano
Cast: François Cluzet, Omar Sy, Anne Le Ny, Audrey Fleurot, Clotilde Mollet, Cyril Mendy
Durata: 112 minuti
Genere: Commedia
Distribuzione: Medusa Film
Data di uscita: 24 febbraio 2012