A Venezia, al Museo Correr, in occasione del 150° anniversario della nascita di Gustav Klimt, dal 24 marzo all’ 8 luglio 2012 resterà aperta al pubblico la mostra “Klimt nel segno di Hoffmann e della Secessione“, a cura di Alfred Weidinger.
L’esposizione presenta la genesi e l’evoluzione, in ambito architettonico e pittorico, dell’opera di Klimt e di quanti con lui diedero vita alla Secessione viennese, istanza di quel modernismo europeo che ebbe tra i suoi protagonisti di spicco personaggi come George Minne, Jan Toorop, Fernand Khnopff, Koloman Moser, e soprattutto l’amico di tante avventure intellettuali e progettuali, Josef Hoffmann.
La prima sezione è dedicata agli esordi della Secessione, di cui faceva parte anche il fratello di Klimt, Ernst, presente con le sue opere così come Franz Matsch. La seconda sezione è un’autentica messa in visione di una serie di importanti apparati, tra cui foto, documenti e biografie e nella terza e quarta sezione vengono messi in luce due aspetti dell’arte secessionista: la figura e il paesaggio. Vi si trovano opere quali La Medusa di von Stuck e Lady davanti al camino di Klimt.
Proprio la collaborazione con Josef Hoffmann, architetto e interior designer, è uno dei temi centrali della rassegna (sezione 5 e 8), che vuole mostrare come in breve tempo questi due straordinari personaggi, l’artista e l’architetto, fossero capaci di condividere incarichi, clienti, amici, ma soprattutto la spasmodica tensione verso il Gesamtkunstwerk, l’opera d’arte totale, che nel Fregio di Beethoven (1901-1902) e nelle decorazioni di Palazzo Stoclet a Bruxelles ha trovato uno dei punti più alti della sua utopica realizzazione.
Nel 1902 la Secessione decide di fare una mostra in cui la scultura di Max Klinger di Beethoven sia il leitmotiv. La direzione artistica è affidata a Hoffmann il quale crea tre grandi sale: in una di queste Klimt dipinge su tre pareti il Fregio di Beethoven. Altri artisti, tra cui Toorop, Stöhr, Khnopff, parteciparono all’esposizione e anche essi sono presenti nella quinta sezione: “Beetohvenausstellung o L’utopia della Gesamtkunstwerke: l’architetto e il pittore”. “Palais Stoclet 1905-1911” è il titolo dell’ottava sezione, interamente dedicata al lavoro che Hoffmann e Klimt intrapresero per il banchiere Adolf Stoclet.
La mostra racconta, quindi, anche la fertile liaison di questi Pionieri del Moderno, per i quali architettura, pittura e arti applicate si mescolarono fino a diventare arti tra loro inscindibili, dando vita a più di un movimento e più di uno stile, come dimostra la settima sezione: “Kurvilinear o Stilemi curvilinei. Tra simbolismo e secessione”.
Nelle sale del Correr, saranno, inoltre, riunite insieme la Giuditta I (1901) e l’opera Salomè, Giuditta II (1909), acquistata alla Biennale del 1910 per la Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, presenti entrambe nella sesta sezione “Il trionfo dell’oro”.
La mostra è stata realizzata con la coproduzione tra la Fondazione Musei Civici di Venezia e il Museo Belvedere di Vienna, in collaborazione con 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e Arthemisia Group.