Alla GAM (Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea) di Torino dal 16 marzo al 10 giugno 2012 rimarrà aperta al pubblico la mostra “Strangers. Tra Informale e Pop dalle collezioni GAM”.
Oltre ad offrire ai visitatori l’opportunità di scoprire un importante segmento per lo più sconosciuto della ricca collezione del museo, la rassegna permette di approfondire la storia della politica di acquisizioni, in questo caso di arte “straniera”, che negli anni ha permesso di annoverare la GAM tra i primi musei d’arte moderna e contemporanea in Italia e tra i più conosciuti in Europa.
Il museo, che mantenne una natura fortemente radicata al territorio almeno fino agli anni Venti del Novecento, solo nel secondo dopoguerra si aprì ad una visione internazionale, grazie all’intensificarsi di una campagna di acquisizioni rivolta non solo all’arte nazionale. È proprio da questo periodo che parte l’analisi per la scelta delle 60 opere in mostra.
Il primo acquisto davvero ardito del museo alla Biennale risale al 1954: Scultura di silenzio “Corneille” di Hans Arp del 1942, che apre l’esposizione in una sala a lui dedicata. Le altre sezioni presentano i linguaggi artistici internazionali che dalla metà degli anni Cinquanta e fino agli anni Settanta hanno caratterizzato le annessioni alla GAM: la consistente presenza Informale (con opere di André Masson, Wols, Roger Bissiere, Hans Hartung e Pierre Soulages), delle ricerche ottico-geometriche di Beverly Pepper fino al nucleo di arte Pop americana (l’unica opera alla GAM di Pablo Picasso, il capolavoro di Andy Warhol Orange Car Crash del 1963 e serigrafie di autori americani come Roy Lichtenstein, James Rosenquist, Tom Wesselmann, o inglesi come Allen Jones, e Peter Phillis). La fitta politica di esposizioni temporanee che caratterizza gli inizi degli anni Settanta ha portato all’acquisizione di opere di Anna Eva Bergman e Gerard Schneider e delle fotografie di Irving Penn. In anni recenti il patrimonio della GAM ha continuato ad accrescersi, anche grazie al notevole impegno, ormai decennale, della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, che ha permesso negli anni Novanta di colmare diverse lacune presenti in collezione, ad esempio Jean Fautrier, o comunque di arricchire nuclei di opere già presenti (come Karel Appel e Asger Jorn).