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Intersezioni 7 – Daniel Buren. Costruire sulle vestigia: impermanenze. Opere in situ

Daniel Buren, Pechino, 2004

Il Parco Archeologico di Scolacium di Catanzaro dal 27 luglio al 14 ottobre 2012 ospita la settima edizione della rassegna Intersezioni, che avrà per titolo “Daniel Buren. Costruire sulle vestigia: impermanenze. Opere in situ“.
L’evento espositivo, a cura di Alberto Fiz, si caratterizza quest’anno per l’inedito progetto del maestro francese che ha voluto intervenire all’interno del Parco di Scolacium con cinque grandiose installazioni concepite specificatamente per il luogo consentendone una rinnovata lettura. Com’è già avvenuto nelle precedenti edizioni, il progetto coinvolge anche il museo MARCA di Catanzaro.

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La mostra coinvolge i centri nevralgici del Parco con una serie d’interventi concepiti specificatamente per la Basilica, il Foro, il Teatro romano e l’uliveto.
La Basilica viene illuminata da vetrate in plexiglas rosse e blu che la riportano ad un immaginario utopico in un’alternanza magica e imprevedibile di luci e ombre. “Per me il colore è pensiero puro, dunque totalmente indicibile. Tanto astratto quanto una formula matematica o un concetto filosofico”, ha scritto Buren.
Il Foro, invece, è oggetto di una fantastica ricostruzione dove Buren reinventa un colonnato formato da 53 elementi in legno partendo dai frammenti esistenti. In questo caso il luogo dell’archeologia appare come l’elemento ispiratore di un progetto architettonico che sfida il tempo e lo spazio.
Di natura del tutto eccezionale è, poi, lo spettacolare intervento ideato per il Teatro dove Buren ha concepito una struttura specchiante di oltre 30 metri di lunghezza e di oltre tre metri d’altezza che, collocata al centro, permette di raddoppiare l’immagine dell’antica costruzione sviluppando un contesto visivo del tutto straniante dove la percezione del luogo subisce una progressiva trasformazione riflettendo e nello stesso tempo occultando lo spazio. Ci si trova di fronte all’impermanenza dello sguardo che assorbe i dati di una realtà virtuale.
Buren, poi, è apparso particolarmente affascinato dall’uliveto che circonda il Parco creando una perfetta integrazione con i luoghi della storia e, per quest’occasione, ha progettato un’installazione di oltre 20 elementi che abbraccia gli ulivi evidenziandone le caratteristiche e la peculiarità nel suggestivo ambiente del Parco di Scolacium.

“Le mie installazioni – afferma Buren – permettono sia d’accentuare le linee di forza già esistenti all’interno del Parco, riempire dei vuoti, come nel caso della Basilica, replicare forme geometriche semplici, disegnare delle linee nello spazio, rilevare le altezze, come nel caso del Teatro, o ancora, rintracciare delle colonne che non sono mai esistite, come avviene nel Foro.”
Un dialogo con il passato, dunque, che trova nell’opera di Buren un nuovo e imprevedibile spazio visivo.

A tutto ciò si aggiunge un’altra installazione concepita specificatamente per il Parco, Cabane éclatée aux 4 couleurs: travail in situ, di 4x4x4 metri. Si tratta di un nuovo lavoro basato sulla relazione spazio-colore che fa parte della serie Cabane éclatée iniziata nel 1975. Sono strutture esplose al loro interno che si aprono al vuoto e assorbono il luogo che le circonda condividendone l’esistenza. Le Cabane non sono né un oggetto né un decoro, ma un luogo fruibile e abitabile che ogni volta consente una nuova verifica. Proprio questo concetto di luogo connesso appare il punto di riferimento dell’esposizione al MARCA dove viene proposta La cabane éclatée aux plexiglas colorés et transparents: travail situé che in questo caso entra in relazione con lo spazio chiuso sviluppando un nuovo approdo visivo dove il museo diventa parte dell’opera.

La mostra è accompagnata da un catalogo in italiano e inglese edito da Silvana Editoriale con testi di Maria Grazia Aisa, Daniel Buren, Bruno Corà, Alberto Fiz e Hans-Ulrich Obrist.

Intersezioni 2012 è organizzato dalla Provincia di Catanzaro con la collaborazione della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria, il patrocinio della Regione Calabria – Assessorato alla Cultura e di Sensi Contemporanei – Ministero dello Sviluppo Economico.

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