A Grottaglie (Ta), negli spazi di Casa Vestita, dal 4 agosto al 9 settembre 2012 è aperta al pubblico la mostra “Festa grande”, a cura di Simone Mirto e Mimmo Vestita.
L’esposizione intende rendere omaggio al variegato mondo delle feste patronali in Puglia, diverse in ogni città per ragioni storiche, linguistiche e culturali, mai simili tra di loro: dal Gargano al Barese, dal Salento al Tarantino. Celebrazioni religiose e civili uniche, ma accomunate da elementi cardine quali le bande musicali, le luminarie, i fuochi d’artificio ed in generale il clima di allegria, gli odori, i sapori e la confusione che si respirano nei giorni della festa per eccellenza.
Le immagini fermate nel tempo da Ciro Quaranta, fotografo grottagliese, ci raccontano i momenti della festa che si svolge con lo stesso entusiasmo in qualsiasi città, paese, quartiere o chiesetta di campagna per chi è stato eletto a sua protezione. Corposa la sezione dedicata alle Bande da giro, oggi composte da musicisti professionisti ma un tempo da artigiani, da contadini o commercianti istruiti dai maestri di cappella, che portano in giro per i paesi dell’Italia e all’estero un pezzo della tradizione di Puglia. Doveroso l’omaggio ai “nomadi del pentagramma” così definiti da Bianca Tragni, prima storica delle Bande da giro in Puglia, autentica colonna sonora di ogni manifestazione religiosa e civile del Meridione d’Italia.
Nelle feste patronali nel Mezzogiorno d’Italia sono, inoltre, di primaria importanza le luminarie, strutture lignee illuminate da una miriade di lucine colorate che possono raggiungere nella loro massima espressione anche i trenta metri di altezza. Giustamente definite “architetture effimere”, sono le scenografie spettacolari che maggiormente affascinano la gente del posto ma anche i turisti o i pellegrini venuti da lontano.
Proprio passando sotto una luminaria si accede alla seconda parte della mostra, quella riservata alle statuette votive vendute ai fedeli in occasione delle feste patronali. Vengono esposti santi in terracotta realizzati tra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento dai ceramisti di Grottaglie.