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Vermeer, il secolo d’oro dell’arte olandese – Mostra a Roma alle Scuderie del Quirinale

Johannes Vermeer, Girl with a Red Hat, 1665/1667 ca., Olio su tela, 23.2 x 18.1 cm, National Gallery of Art, Washington

È dedicata al genio artistico di Johannes Vermeer la mostra allestita a Roma nelle sale espositive delle Scuderie del Quirinale e aperta al pubblico dal 27 settembre 2012 al 20 gennaio 2013.

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L’esposizione presenta otto capolavori del grande maestro olandese (dipinse non più di 50 quadri nella sua vita e oggi se ne conoscono solo 37), dalle donne “ideali” alla celebre Stradina, affiancati da cinquanta capolavori degli artisti suoi contemporanei, icone della pittura olandese del secolo d’oro, tutti accomunati da una particolare abilità per le diverse tecniche di rappresentazione della luce su materiali e superfici differenti.

Il visitatore, pertanto, può non solo ammirare i capolavori del massimo esponente della pittura olandese del XVII secolo, ma anche comprendere come l’opera del maestro si rapporti con gli artisti olandesi: gli interni di Vermeer, per esempio, spesso rimaneggiati nelle decorazioni e pieni di oggetti non citati nell’inventario dei beni presenti nella casa in cui viveva, sono frutto d’invenzione o presi in prestito da altri, e dipinti sulla tela in uno spoglio sottotetto.

Artista raffinatissimo e dotato di una straordinaria memoria visiva, Vermeer era sempre ben informato sulla produzione dei contemporanei olandesi, molti dei quali rappresentati in mostra. Sono, infatti, esposte le opere degli artisti coevi tra i massimi protagonisti dell’arte di genere del secolo d’oro olandese: Carel Fabritius e Nicolaes Maes, pionieri degli effetti sperimentali e naturalistici attinenti allo spazio e alla luce, che Vermeer utilizzò per accrescere il realismo delle sue composizioni pittoriche; Gerard ter Borch, osservatore insolitamente empatico di giovani donne come lo stesso Vermeer, che da ter Borch trae ispirazione per i soggetti, migliorandone lo stile; Pieter de Hooch, tra i più celebri pittori dell’epoca, a sua volta ispiratosi a Vermeer. E ancora Gerrard Dou, il maestro del chiaroscuro applicato alle scene notturne “a lume di candela”, Gabriel Metsu, Frans van Mieris e Jacob Ochtervelt.

Nelle opere di Vermeer i colori dominanti sono il blu e il giallo. È noto anche come il “Maestro della luce olandese” per la sua straordinaria capacità di descrivere la luce del cielo d’Olanda. Sembra, infatti, che dopo l’avanzata del terreno bonificato, il colore del cielo olandese sia cambiato perché la luce non è stata più riflessa verso l’alto dalle paludi e dai laghi.

La mostra, organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo e coprodotta con MondoMostre, è a cura di Arthur K. Wheelock, Curator of Northern Baroque Paintings, National Gallery of Art di Washington, Walter Liedtke, Curator of European Paintings, Metropolitan Museum of Art di New York e Sandrina Bandera, Soprintendente per il Patrimonio Artistico Storico, Artistico ed Etnoantopologico di Milano.

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Fondazione Roma Sapienza, “Arte in luce” X edizione

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