Il titolo non deve trarre in inganno. L’ultimo lavoro di Steven Spielberg non vuole essere un tradizionale biopic. Lincoln intende piuttosto ripercorrere puntigliosamente le vicende che condussero, nel gennaio del 1865, all’approvazione del XIII emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, quello che sancì l’abolizione della schiavitù.
Il film sembra divergere dai metodi di rappresentazione consueti e consolidati cui ci aveva abituati il cinema di Spielberg. Il regista si è imposto qui di non assecondare la propria istintiva vocazione a una narrazione larga, esuberante, raffrenando quel gusto e fascino dell’avventura, quel senso del meraviglioso di cui si è nutrita buona parte della sua produzione – non sempre la più convincente, per la verità, ma di certo quella che gli ha concesso gloria e ricchezze. Se, a differenza di altre opere del cineasta, il territorio del mito e della storia, con le sue rispondenze più propriamente spettacolari, è qui contenuto su un registro minimale (alla Guerra di Secessione è riservata, nell’incipit, una breve scena di battaglia; il celebre episodio della resa del generale Lee che pose fine al conflitto, è risolto in una sequenza di corto respiro; lo stesso assassinio di Lincoln avviene fuori scena), l’attenzione di Spielberg è interamente rivolta all’acceso dibattito che si ebbe alla Camera nelle settimane che precedettero il voto, e agli intrighi e alle torbide manovre che si consumarono dietro le quinte per indurre alcuni rappresentanti del Partito Democratico a pronunciarsi a favore dell’emendamento.
Sostenuto da una solida sceneggiatura di Tony Kushner (è l’autore di Angels in America), Spielberg ha posto al centro della narrazione l’uomo Lincoln, di cui Daniel Day-Lewis ci consegna un ritratto lontano da ogni intenzione agiografica. Lincoln è un uomo giusto, ma non privo di tormenti e di tensioni – che lo affliggevano anche nella sfera famigliare e privata (vedi i litigi con la moglie, atterrita dall’idea di perdere il figlio primogenito che aveva deciso di arruolarsi). Tormenti e tensioni che non avrebbero incrinato la testarda determinazione del Presidente, deciso a portare sino in fondo la propria missione, ben consapevole tuttavia che la politica è anche un gioco sporco, che vive di inevitabili compromessi e di mediazioni – tra il proprio partito e quello avversario, o tra le diverse fazioni del proprio gruppo politico, dilaniato da lotte intestine; ma soprattutto tra gli imperativi etici e le norme della Legge, dove il rispetto formale dei regolamenti e dei principi morali, persino il sacrosanto desiderio di por fine alla carneficina (la guerra civile costò alla nazione seicento mila morti), potranno essere sacrificati a un obiettivo superiore e irrinunciabile, quello di restituire la libertà alla gente di colore.
Una bella e attualissima lezione di politica.
Nicola Rossello
Scheda film
Titolo: Lincoln
Regia: Steven Spielberg
Cast: Daniel Day-Lewis, Sally Field, David Strathairn, Joseph Gordon-Levitt, Tommy Lee Jones, James Spader, Hal Holbrook, Lee Pace, David Oyelowo, Jackie Earle Haley, Bruce McGill, Tim Blake Nelson, Joseph Cross, Jared Harris
Durata: 120 minuti
Genere: Storico
Distribuzione: 20th Century Fox
Data di uscita: 24 gennaio 2013
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