Con una iniziativa pubblica, che si terrà a Cassano allo Ionio (CS), sarà sottoscritta la richiesta per inserire Sibari, l’antica colonia greca, nella prestigiosa World Heritage list dell’Unesco.
“Salvare Sibari è la nostra priorità – ha spiegato Angelo Argento, promotore dell’iniziativa -. Abbiamo una enorme infrastruttura immateriale che va da Taranto a Metaponto passando da Sibari per finire a Taormina. La fruizione di questi beni che costituiscono la Magna Grecia d’Italia deve essere il nostro imperativo. Il riconoscimento di questa vasta area come bene Patrimonio dell’Umanità consentirà a Sibari e al territorio che la circonda di avere finalmente le attenzioni che merita e le tutele indispensabili per evitare il ripetersi di episodi simili a quelli che hanno prodotto l’allagamento del parco”.
Persona dai gusti raffinati, amante dell’arte e del ben vivere, è il significato figurato del termine sibarita. Letteralmente indica l’abitante dell’antica colonia greca Sibari, città adagiata tra le rive del Crati e del Coscile, nella Calabria ionica settentrionale. Si dice che nelle case dei sibariti arrivasse direttamente il vino dalle tenute agricole; antiche leggende raccontano che al rumore dell’esercito crotonese in marcia contro la città, i cavalli si misero a ballare, scambiando il frastuono e le urla dei soldati come un canto di festa; si narra, inoltre, che i sibariti vestivano con raffinatezza e nella città i banchetti potevano durare per giorni. Storia e leggende che restituiscono, ancora oggi, il sapore del modus vivendi, della dolce vita di quel popolo e che contribuiscono a sottolineare la grande importanza che rivestiva la colonia greca al suo tempo.
Distrutta dai crotonesi, che vollero cancellarla definitivamente dalla storia deviando il corso del fiume Crati per sommergerla, Sibari rinasce, più bella e sfarzosa di prima, con un nuovo nome, Turi, e un grande urbanista, Ippodamo di Mileto, che ne disegnò la pianta: un modello di ordine e razionalità costruttiva che costituisce un riferimento fondamentale per i piani urbanisti contemporanei.
Il 18 gennaio 2013 il parco archeologico ha subìto una nuova inondazione,con oltre 20 mila metri cubi d’acqua che hanno coperto la città antica. Saprà rinascere nuovamente, come molti secoli fa? Potrà essere questa l’occasione per stimolare una ripresa dello scavo archeologico e portare alla luce la gran parte dei resti ancora sottoterra? Indubbiamente, la candidatura di Sibari a patrimonio dell’Unesco rappresenta una grande occasione. All’iniziativa hanno aderito numerosi esponenti della cultura, tra i quali lo scrittore Andrea Camilleri, che ha colto l’occasione per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica con una lettera appello: “Finiamo con l’essere sollecitati ogni volta che i disastri geologici, dovuti all’incuria, colpiscono case, centri abitati, popolazioni – ha scritto Camilleri – ma tendiamo a trascurare il danno irreversibile che viene procurato al nostro patrimonio artistico. Come è stato per il caso di Pompei e adesso quello di Sibari”.
La sottoscrizione della domanda di candidatura avverrà a Cassano allo Jonio presso il Teatro Italia sabato 16 febbraio 2013 con un evento spettacolo che avrà tra i suoi ospiti principali l’attore Massimo Ghini.
Diego Pirozzolo